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Aggiornamento dagli ospedali

Covid, il punto sui ricoveri in Bergamasca. Sindaci arrabbiati: “Ragazzi, le regole!”

Si moltiplicano gli appelli alla prudenza, rivolti soprattutto ai più giovani: "Assembrati e senza mascherine, troppe segnalazioni nel weekend"

Crescono i ricoveri all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Lunedì 8 marzo erano 117 i pazienti: 88 in degenza e 29 in terapia intensiva. Ad inizio mese erano 78, 22 di questi in intensiva.

“La media, più o meno, è di dieci al giorno – commenta il direttore sanitario dell’ospedale, Fabio Pezzoli -. Oggi ci troviamo al terzo livello di emergenza. Questo ha comportato un incremento di posti letto da 80 a 128 per la degenza e da 16 a 32 per la terapia intensiva, ma seguendo le indicazioni della Regione dovremmo arrivare a 176 ordinari e 48 di intensiva”. Insomma ci si prepara al livello 4: segno che la curva non si sta né stabilizzando né tantomeno riducendo, spinta anche dalla corsa delle varianti. Tant’è che l’attività ordinaria al Papa Giovanni ha già subito riduzioni.

Sul fronte dei ricoveri numeri simili si registrano anche nelle strutture dell’Asst Bergamo Ovest, dove sono 116 i pazienti: 62 ricoverati all’ospedale di Treviglio e 54 a Caravaggio, stando all’ultimo aggiornamento disponibile. L’1 marzo erano 77.

Negli ospedali che fanno capo all’Asst Bergamo Est sono invece 97: di questi 39 acuti e 7 in terapia intensiva a Seriate, 19 acuti ad Alzano Lombardo, 16 a Piario e 23 a Lovere. Il primo marzo erano 55 i pazienti, quasi raddoppiati nell’arco di una settimana.

Lunedì, in provincia, si sono registrati altri 199 contagi. Un dato di gran lunga inferiore ai 369 di domenica, quando però in Lombardia sono stati effettuati il doppio dei tamponi. Quel che è certo è che in questi giorni si stanno moltiplicando gli appelli alla prudenza da parte dei sindaci.

A Cene, in Valle Seriana, Edilio Moreni ha segnalato la presenza di un focolaio attraverso i pannelli luminosi dedicati agli avvisi: “Nel giro di pochi giorni si è passati da zero contagi a poco meno di una decina – commenta -. Questo fatto, confermato da medici, ha suggerito di richedere alla cittadinanza la massima allerta, visto anche l’allentamento dell’attenzione rilevato negli ultimi tempi nonostante il cambio di colore ad arancione rinforzato”. Il primo cittadino precisa che “non si tratta di persone che hanno avuto contatti stretti fra loro, per questo abbiamo ritenuto di dar rilievo dell’accaduto a tutta la cittadinanza, affinché si mantengano comportamenti prudenti”.

Messaggio condiviso dal sindaco di Romano di Lombardia, Sebastian Nicoli. “Stiamo assistendo ad un abbassamento dell’età anagrafica delle persone. I dati dei contagiati accertati erano 52 all’inizio della scorsa settimana, mentre l’ultima rilevazione ci dice che siamo a 99 casi accertati. Per tutti questi motivi é fondamentale che si capisca che si devono evitare tutte le situazioni di rischio. Abbiamo passato il weekend ad intervenire, avvertire, dissuadere, inseguire segnalazioni”.

Le stesse che il collega di Zanica, Luigi Locatelli, dice di avere ricevuto “a decine” durante il fine settimana. “I nuovi ceppi del Covid colpiscono prevalentemente i giovani che, tuttavia, se ne fregano – ha scritto senza giri di parole sul suo profilo Facebook -. Senza mascherina, assembrati un po’ ovunque negli orari in cui dovrebbero essere a scuola, chiusa per evitare il trasmettersi del contagio. Dobbiamo fare capire loro che sono responsabili delle conseguenze di queste azioni”.

Concetto simile a quello espresso pochi giorni prima dal collega di Azzano San Paolo, Lucio de Luca: “La caratteristica di questa nuova ondata, oltre alla maggior aggressività, è l’abbassamento dell’età degli infettati che sono soprattutto giovani e giovanissimi. Se guardiamo i dati di Azzano il 25% dei contagi riguarda 40-50enni, mentre il 50% riguarda under 30 – conclude il sindaco -. Deve essere chiaro che anche i ragazzi devono rispettare le norme di sicurezza”.

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