Alle ore 11.15 di domenica 7 marzo dal campanile di Tavernola si è sentito il suono d’allarme di una sirena. È la simulazione che l’amministrazione comunale ha deciso di organizzare per preparare con calma i tavernolesi a un’eventuale evacuazione. Due prove, ognuna della durata di 3-4 minuti: il suono è risultato un po’ debole, tanto che gli abitanti della zona di Gallinarga, che eventualmente dovrebbero evacuare subito, pare non l’abbiano avvertito.
Installata nei giorni scorsi, la sirena entrerà in funzione immediatamente se il livello di criticità della frana aumentasse fino allo stadio di allarme. Per ora, lo ricordiamo, la situazione è in stato di “attenzione”, il più basso dei tre gradi: attenzione (giallo), pre-allarme (arancione) e allarme (rosso).
Il sindaco Ioris Danilo Pezzotti e la sua giunta stanno lavorando duramente da quasi due settimane per curare ogni dettaglio del piano speditivo-evolutivo di Protezione Civile.
La sirena d’allarme è solo una delle misure previste dal piano. Il sindaco infatti ha comunicato in una nota ai propri cittadini inviata sabato 6 marzo l’attivazione di “Alert System”, una piattaforma di messaggistica d’emergenza che nel caso in cui dovesse avvenire il distacco generalizzato della frana servirà per lanciare l’allarme e la conseguente evacuazione della popolazione. “Sono già stati raccolti i contatti telefonici dei tavernolesi direttamente coinvolti nella frana” ci spiega il primo cittadino. Si parla di 243 nuclei familiari per un totale di circa 480 persone. Considerando di Tavernola di 2000 abitanti, il numero corrisponde ad un quarto del totale degli abitanti.
Sono misure precauzionali necessarie, come necessaria è anche la calma in questo momento secondo Pezzotti: “Sto cercando di tranquillizzare i miei concittadini, vorrei evitare gli allarmismi eccessivi usciti negli scorsi giorni. La frana è controllata per filo e per segno. Il radar di terra che è stato installato scatta fotografie istantanee secondo per secondo”. Per questo motivo il sindaco rassicura sui possibili sviluppi: “Non sarà un precipitare improvviso come credono in molti. Avremo ore e ore, forse addirittura giorni a disposizione per attuare tutte le misure d’urgenza previste dai nostri piani”.
E proprio riguardo al piano d’evacuazione il sindaco ci ha fornito alcuni dettagli, che partono da una considerazione: Tavernola si trova, in condizioni normali, a 186 metri sopra il livello del mare. È un dato importante perché nell’eventualità che una parte della frana cada nel lago, provocando un’onda d’acqua, bisognerà mettere in sicurezza il paese al di sopra di questo livello. L’amministrazione quindi ha studiato la quota 195: la soglia-tetto indica che tutte le strutture e le abitazioni comprese nella fascia 186-195 slm saranno prontamente evacuate.
La situazione è momentaneamente sotto controllo, ma soggetta a future evoluzioni. Per questo motivo non si sta trascurando la possibile onda anomala. Sebbene con le dovute cautele, anche a questo proposito il sindaco Pezzotti può dire qualcosa in più. “Per come è la situazione attuale è stata ipotizzata un’onda di 5 o 6 metri d’altezza a stare larghi. Niente a che vedere con i 60 metri che sono usciti negli scorsi giorni”.
Il lavoro di predisposizione del protocollo d’emergenza si è rivelato difficile, anche a causa di qualche imprevisto: “Le strutture che avevamo individuato per essere messe a disposizione delle persone evacuate rientrano proprio nella fascia tra i 186 e i 195 metri sopra il livello del mare, quindi abbiamo dovuto trovarne di nuove”. Alla fine però una soluzione è stata trovata: la sistemazione definitiva sarà quella del campo sportivo della località di Cambianica, nella parte alta del paese. Per un’ulteriore sicurezza l’amministrazione ha richiesto il supporto della Protezione Civile, che potrebbe mettere a disposizione dei container in caso di necessità. Dei 480 abitanti potenzialmente coinvolti nella frana infatti non tutti dovranno essere ospitati a Cambianica, come conferma Pezzotti: “L’80% di questi ha già una sistemazione alternativa, quindi si tratterà di collocare fra le 80 e le 90 persone, che non sanno dove andare”.
Nel corso della settimana si sono alzate nuovamente le polemiche sulle escavazioni nel Monte Saresano (individuate dal geologo Nicola Casagli come causa predominante della frana in corso). Abbiamo chiesto al sindaco un commento sulla rabbia di molti concittadini ed attivisti ambientali del territorio: “Non siamo nuovi a movimenti della frana, sono avvenuti spesso anche se sempre in seguito ad eventi atmosferici. Però proprio per questa situazione già precaria gli scavi non sono stati un toccasana. Il disastro è avvenuto dagli anni ’50 agli anni ’90. Sono stati fatti bombardamenti fuori di testa”.
“Siamo esasperati” aggiunge. E preannuncia un seguito per il caso: “È evidente che quando tutto sarà finito andranno fatte delle riflessioni su come risolvere questa problematica ambientale. Altrimenti fra un paio d’anni ci ritroveremo esattamente nella stessa situazione”.
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