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Flash mob del mondo del wedding: “Il settore può ripartire: sposarsi in sicurezza è possibile”

Un matrimonio sul Sentierone con tanto di arrivo degli sposi a bordo di una Bentley e fotografi al seguito ma senza nessuna aria di festa: è la protesta degli operatori del settore wedding ed eventi e della filiera collegata a Confcommercio Professioni e ad Aiom Bergamo, l’Associazione Italiana Organizzatori Matrimoni, aderenti ad Ascom Confcommercio Bergamo, che venerdì 26 febbraio hanno organizzato, insieme ad altre 14 piazze d’Italia, un flash mob in centro città per chiedere attenzione e ristori che compensino i danni legati alla riduzione dell’attività a causa del Covid.
Tante le categorie coinvolte: sartorie, pelletterie, gioiellerie, tipografie, hairstyle, make-up style, atelier sposi , scenografi, allestitori, noleggio arredi, fioristi, service, agenzie viaggio, e coloro che sono visibili durante il ricevimento: noleggio auto, catering, personale di servizio, barman, fotografi. musicisti, cantanti, dj, animatori, tecnici audio/video/luci. Sul Sentierone c’erano una sessantina di professionistiche hanno messo in scena uno spettacolo pensato nei minimi particolari, così come deve essere un matrimonio: intorno alla categoria dei wedding planner ruotano infatti diverse professionalità in un settore che in Bergamasca coinvolge oltre 11 mila lavoratori, compresi i professionisti e gli atipici, e circa mille imprese.
“Abbiamo bisogno di certezze per poter lavorare e per rassicurare i nostri clienti – spiega Paola Rovelli, presidente Aiom Bergamo -. Una reale situazione di emergenza quella della Wedding Industry, dove a dettare le regole del gioco (che gioco non è) sono Dpcm che hanno sempre eluso il nostro settore. È da marzo 2020, infatti, che l’intera filiera degli eventi, è totalmente in ginocchio e senza ristori. Ma la situazione sembra non migliorare affatto: le ultime notizie di prolungamento dello stato d’emergenza hanno rifatto crollare le speranze dei clienti e di noi operatori. Doveroso ricordare che l’annullamento dei matrimoni da marzo 2020 ha per tutti noi significato cestinare mesi di progettazione con conseguente mancato guadagno delle ore spese per lo sviluppo e che al “via” non potremo iniziare a fatturare dal giorno stesso perché la realizzazione di un evento ha tempistiche più lunghe rispetto alla maggior parte delle attività ferme in questo momento.
La paura è che neanche nel 2021 si possano svolgere matrimoni e così ai professionisti cominciano ad arrivare nuovamente richieste di slittamenti di data e risarcimenti degli acconti già forniti. Da qui l’idea di mostrare attraverso un quadro vivente uno spaccato dell’operatività e del numero di competenze che sono parte essenziale di quest’opera. “Chiediamo al Governo una maggiore considerazione perché la platea è ampia e non apparteniamo a un unico codice Ateco – sottolinea Matteo Mongelli, presidente di Confcommercio Professioni Ascom Bergamo -. Dietro al mondo del wedding c’è una filiera lunghissima che deve essere messa nelle condizioni di ripartire il prima possibile e in sicurezza. Per il wedding non basta infatti rialzare una saracinesca: la riapertura è lenta e graduale perché organizzare matrimonio richiede tempo”

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