“Tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa”.
Lo dichiara Guido Bertolaso, consulente del presidente di Regione Lombardia per il Piano Vaccinale che aggiunge: “La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, ma non sono preoccupato per questa regione più che per altre. È fuori discussione che bisogna vaccinare. Si può fare molto di più rispetto a quello che già stiamo facendo rispetto a questa situazione. Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni”.
Le parole di Bertolaso arrivano a 48 ore delle tre nuove ordinanze firmate da Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, che hanno istituito la zona arancione scuro per tutta la provincia di Brescia, Como, Cremona capoluogo e 11 comuni della provincia, e 49 comuni lombardi di cui 8 bergamaschi.
A far precipitare la situazione è il propagarsi dei contagi dovuti alle varianti.
Ammettendo l’esistenza di alcune criticità, Bertolaso ha aggiunto che “però sono anche tanti aspetti positivi, tanta gente che ringrazia. Nelle RSD, ad esempio, sono stati vaccinati tutti i disabili. Martedì tramite l’invio di un’equipe in elicottero è stato possibile vaccinare persone di Parzanica che, a causa di una frana non si possono spostare”.
IL CASO SPECIALIZZANDI
Quello che ferisce Guido Bertolaso è però il comunicato stampa di diverse organizzazioni che sembrano “voler rappresentare i miei colleghi più giovani”.
“Si sono molto arrabbiati – ha spiegato – con me quando ho detto che esiste una norma che prevede che siano chiamati a vaccinare i loro concittadini. Stiamo tentando di fare di tutto per andare loro incontro. La legge dice che gli specializzandi sono chiamati a fare vaccinazioni. Non è facoltativo, è un obbligo. Per questo motivo scriverò al prefetto di Milano e gli chiederò, per la seconda volta, l’elenco degli specializzandi. La prima volta ha risposto un solo rettore e già questo è preoccupante. Occorre definire e verificare se non vi sia stata omissione da parte di chi ci deve trasmettere questi elenchi e poi provvedere alle attività di competenza dei rappresentati dello Stato in questa Regione, anche in armonia con il comunicato della Corte Costituzionale che dice che il problema Covid è di profilassi internazionale e quindi è compito dello Stato intervenire e di coloro che hanno scelto di svolgere la professione più nobile del mondo. Gli specializzandi hanno scelto di fare medicina sposando un codice deontologico, ma non ci sta che i medici dicano che spacciare l’attività di vaccinazione come formazione è denigrante”.
“Se questi sono i giovani colleghi – ha concluso – che futuro potrà avere il nostro Paese? Vaccinare per un medico è la cosa più nobile che un medico possa fare. Ognuno dovrebbe chiedersi cosa può fare per il Paese al posto che ragionare al contrario. Il crollo dei ricoveri fra i vaccinati è la prova provata che solo vaccinando risolviamo questa emergenza”.
AL VIA LE VACCINAZIONE AGLI INSEGNANTI
Da settimana prossima, come annunciato martedì dalla vicepresidente Letizia Moratti, cominceranno le vaccinazioni per gli insegnanti “nessuno escluso”. “Alcuni stanno protestando – ha aggiunto Bertolaso – perché hanno problemi con il portale. Faccio però presente che gli elenchi degli insegnanti ce li avrebbe dovuti fornire il ministero della Pubblica istruzione. Purtroppo mancano una serie di scuole come le paritarie e gli asili nido”. Serve dunque anche la collaborazione dei Comuni sennò è difficile sapere con esattezza chi deve essere vaccinato.
“Ci vuole dunque quella flessibilità che fino ad oggi è mancata”.
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