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A.a.a. cercasi fuorisede

Caterina, futura veterinaria, racchiude tutta la sua passione in IVSA Italy

Dalla provincia di Bergamo, a Milano, fino ad arrivare a Lodi. Questa è la storia di Caterina, una studentessa bergamasca che ha nel cuore passione e grinta per raggiungere i suoi sogni

Caterina, 22 anni, originaria della Val Seriana, attualmente sta frequentando la facoltà di veterinaria a Lodi e fa parte dell’associazione IVSA – International Veterinary Student’s Association. Scopriamo insieme la sua storia!

Ciao Caterina, che università frequenti e com’è strutturata?

Frequento la facoltà di veterinaria presso l’università di Lodi; si tratta di una facoltà che dura cinque anni ed è di fatto una magistrale a ciclo unico di Medicina veterinaria. Io sono a metà del quarto anno. Io studio in un vero e proprio polo didattico appena fuori Lodi, dove ci sono tutte le aule, i laboratori e gli uffici dei professori; è una struttura costruita recentemente ed è molto bella, invogliando gli studenti a restare lì!

Raccontaci del tuo corso di studi.

Il corso di veterinaria è uguale per tutti e gli esami sono uguali per tutti. Possiamo scegliere solo un esame alla fine del quinto anno. Tutti sono obbligati a fare determinati tirocini. Le esercitazioni sono uguali per tutti ma si può scegliere di fare dei turni su base volontaria in un reparto che si vuole seguire maggiormente e a cui si è maggiormente interessati; questo si chiama internato e io al momento lo faccio all’interno del reparto dei bovini dove faccio da supporto ai medici. Spesso mi capita di entrare alle sette di mattina e uscire alle undici di sera, ma la mia università è talmente bella che non mi pesa fare certi sacrifici. Certamente ci sono momenti difficili, però quando c’è passione e determinazione è proprio bello esserci e vivere lì dentro la propria giornata.

Svelaci qualche curiosità e di che cosa vorresti occuparti nel futuro.

Da sempre faccio parte del mondo dei cavalli e per questo all’inizio ero orientata verso di loro, ma andando poi avanti con il mio percorso di studi ho cambiato idea e mi sono affascinata alla sanità pubblica. Tanti non lo sanno, ma tutti i prodotti di origine animale che noi mangiamo sono certificati da un veterinario; senza il loro permesso non possono essere venduti. Un veterinario, che gestisce la sfera della sanità pubblica, si occupa del controllo degli allevamenti, del controllo delle zoonosi (le malattie che si tramettono dagli animali all’uomo e viceversa), del controllo dei prodotti di origine animale, dell’igiene nelle industrie e così via. Vorrei occuparmi dunque di sanità pubblica ma a livello degli allevamenti. Vorrei diventare veterinario dell’ASL e per fare questo devo fare la specialistica in sanità pubblica.

CATERINA VETERINARIA BGY

Lo scoppio della pandemia ha avuto delle ripercussioni sul tuo percorso di studio?

In realtà l’unico momento in cui abbiamo avuto un rallentamento è stato durante il secondo semestre dello scorso anno, in cui abbiamo dovuto fare tutto da casa; da ottobre abbiamo ricominciato in didattica al 50%, metà in presenza e metà da casa, però tutte le esercitazioni pratiche e i turni che avevamo in ospedale e gli internati sono stati fatti in presenza. Io non ho mai smesso di andare in università a parte il periodo di chiusura totale dell’anno scorso.

Studi e lavori, come fai a far conciliare tutto?

Sto impiegando tante energie nel mio percorso di studio ma devo anche lavorare; faccio la maestra di equitazione. Lavoro il sabato e la domenica ed i due pomeriggi liberi che ho in settimana. Lavoro in Val Seriana e quindi ne approfitto anche per tornare a casa per qualche giorno. Secondo me l’importante è organizzare bene i tempi poi si può fare tutto: studiare, lavorare e anche ritagliarsi momenti per sé e i propri affetti. Una volta preso il ritmo si riesce a fare tutto, io sono sicura che se una persona lo vuole veramente riesce a farlo.

Da dove nasce la tua passione verso gli animali? In che modo si è evoluta nel tempo?

Ho iniziato ad andare a cavallo a 3 anni e da allora non ho più smesso. Ho fatto anche delle gare di endurance equestre, una disciplina di resistenza, poi quando ho iniziato l’università ho smesso di fare le gare e ho iniziato ad insegnare in modo da poter continuare ad inseguire la mia passione. Ho vissuto una vera e propria evoluzione personale, di conseguenza sono contenta di lavorare e avere la mia indipendenza economica grazie ad un lavoro che mi piace e che porto avanti con molto piacere.

La tua vita da fuorisede com’è? Sei da sola o in compagnia?

Al primo anno ero a Milano e ho abitato lì, poi dal secondo anno la mia sede si è spostata a Lodi, dove vivo da tre anni ormai. La vita da fuorisede mi entusiasma, sono sempre piena di stimoli. C’è una competizione sana e miei coinquilini mi danno molta carica; ti spingono a far di più e ti rasserenano nei momenti critici, ognuno ha i propri momenti bui ma stare con gli altri aiuta molto ad andare avanti. In casa siamo in 4 e, oltre a noi, si è aggiunto anche un cane!

CATERINA VETERINARIA BGY

Fai parte anche di IVSA, raccontaci che cos’è e la tua esperienza.

IVSA sta per International Veterinary Student’s Association; si tratta di un’associazione internazionale di studenti di veterinaria e nasce come associazione di carattere globale. Ci sono diverse sedi locali in svariate sedi di medicina veterinaria in tutto il mondo. Al secondo anno di università ho iniziato a far parte della sede locale di Milano dove venivano organizzati diversi scambi tra le diverse facoltà di veterinaria e grazie a questa associazione ho avuto l’opportunità di conoscere un sacco di persone provenienti da tutto il mondo.
Al terzo anno sono stata presa all’interno di un gruppo di lavoro di IVSA Global che si occupa di salute pubblica, il settore di mio interesse, dove ho lavorato per un anno. Ho avuto anche l’occasione di andare in Marocco, in quanto IVSA Global organizza diversi congressi e appena prima dello scoppio della pandemia abbiamo trascorso due settimane in Marocco; è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Tornata da questa esperienza sono diventata anche junior president della sede di Milano ed è nata anche l’esigenza di creare IVSA Italy! Sul territorio erano presenti diverse sedi locali presso diverse università di veterinaria italiane e, dopo tanto lavoro, abbiamo fondato IVSA Italy che ad ombrello racchiude tutte le IVSA d’Italia. In questo modo è stato così possibile coinvolgere anche tutte le altre università italiane che non facevano parte di questo progetto, invitandole a fondare la loro sede locale e ad aggiungersi alla grande famiglia! Siamo riusciti a fondarla nel settembre dello scorso anno e ne vado davvero super fiera. Ora sono anche tesoriere. IVSA, con la federazione veterinari europea, stanzia una trentina di borse di studio l’anno per gli studenti di veterinaria e, grazie a loro, quest’ anno sono riuscita ad ottenerne una. Per me è stata una grande soddisfazione, il lavoro che ho fatto è stato utile per qualcuno e mi basta questo per essere felice.Far parte di questa associazione ti spinge ogni giorno a fare di più e a capire che quel di più che fai è davvero utile a qualcuno. Fare qualcosa che andrà poi a beneficiare gli altri non è inutile, anzi! Le persone che lavorano con me rispecchiano quest’ idea; insieme siamo un grande team di lavoro.

Secondo te basta solo amare gli animali per intraprendere questo percorso?

Ti rispondo così: “il veterinario non ama gli animali, il veterinario conosce gli animali, lì rispetta e lì cura”. L’amore per gli animali non sempre porta al benessere dell’animale. La conoscenza, lo studio, il sapere in generale porta ad una consapevolezza del benessere degli animali obbiettivo-scientifico, l’amore porta alla percezione del benessere animale in modo deviato e soprattutto parecchio umanizzato. Ovviamente il rispetto dell’animale c’è sempre, l’amore che il proprietario ha verso il proprio animale non è quello che porta il veterinario a salvare l’animale e a curarlo. Sono convinta che per fare il veterinario servano studio, conoscenza, approfondimenti, rispetto (davvero tanto); l’amore lo lasciamo in altri contesti e viene messo in secondo piano. Il nostro è un lavoro e deve rimanere tale; spesso l’amore può portare a non curare l’animale nel modo giusto e quindi serve sempre un filo di oggettività.

Lungo il tuo percorso hai mai avuto ripensamenti?

Alla fine della quinta superiore non sapevo cosa fare, casualmente ho conosciuto una veterinaria che mi ha illustrato questo mondo e mi ha spinto a provare il test per intraprendere tale facoltà. Passato l’esame, col passare degli anni, l’università mi piaceva sempre di più facendo crescere in me la convinzione di voler fare questo lavoro nonostante non fossi partita troppo convinta.

La verità è che mi piacciono sempre di più tutti gli aspetti di questo lavoro. Insomma, ora non mi vedo altro se non veterinario!

Auguro davvero a tutti di circondarsi di persone come quelle che io ho accanto e di avere fame della propria passione e continuare a coltivarla. Sento di essere sulla strada giusta e riconosco di essere una persona molto fortunata, tutto quello che faccio costa tanta fatica ma il semplice fatto di averlo e poterlo fare mi fa sentire davvero grata. Più torno a casa stanca e più sono contenta, l’aver fatto un qualcosa di utile per gli altri mi rende felice.

Ringrazio Caterina per la chiacchierata dalla quale è emersa la sua passione e determinazione. Che tu possa essere d’ispirazione per i nostri lettori, in bocca al lupo per tutto!

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