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Lettera alla regione

Le scuole non vogliono più aspettare: “Subito vaccini per il nostro personale”

L'appello dell'associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola: "Ogni ulteriore rinvio o esclusione da un lato metterebbe a rischio la tenuta del sistema scolastico regionale, dall’altro potrebbe indirettamente essere causa di nuovi contagi e di nuove emergenze sanitarie e non solo".

Una lettera indirizzata ai vertici della Regione per chiedere che venga avviato al più presto il piano vaccinale per il personale delle istituzioni scolastiche della Lombardia: a bussare alle porte del presidente Attilio Fontana e della sua vice e assessore al Welfare Letizia Moratti è la sezione regionale dell’associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, per firma del presidente Massimo Spinelli. 

“Non è accettabile che le scorte del vaccino Astrazeneca restino inutilizzate, come è stato confermato da più voci autorevoli, come non è accettabile che la vaccinazione del personale scolastico sia stata già avviata e in alcuni casi conclusa in altre regioni e la Lombardia debba ancora rendere pubblico il proprio piano – spiega Spinelli – . Ricordo che il territorio regionale dal primo marzo è passato in zona arancione e che la provincia di Brescia e le realtà urbane di Bollate, Mede e Viggiù sono state costrette a sospendere di nuovo le attività didattiche in presenza a seguito dell’adozione di un lockdown temporaneo locale. Ricordo, inoltre, che il diffondersi di numerose varianti del virus ha aggravato la situazione epidemiologica, estendendo il contagio anche a fasce giovanili, e in alcuni casi infantili, a differenza di quanto accaduto durante la prima ondata pandemica. Questo significa che le scuole lombarde continueranno ad ospitare in presenza la totalità degli alunni della fascia 3-14 anni e dal 50 al 75 % della loro utenza studentesca a livello d’istruzione secondaria superiore in una situazione di grave esposizione al rischio, tale da assimilare il personale scolastico alle categorie di operatori maggiormente esposte e quindi da ritenere indispensabile un intervento che garantisca tutta la protezione necessaria”.

“I Dirigenti scolastici e tutto il personale docente e non docente delle scuole lombarde nel corso degli ultimi dodici mesi hanno dato ampia prova del loro spirito di servizio ed hanno fatto ricorso a tutta la riserva di flessibilità e di resilienza di cui disponevano, anche quando si è trattato di applicare al lunedì decisioni che venivano prese al sabato o, a volte, alla domenica sera – continua -. Grazie all’impegno e al sacrificio di tutti è stato possibile che non si spezzasse il filo che legava alunni e studenti ai loro docenti e alla loro scuola. Io credo che tutto ciò meriti una maggiore attenzione e che sia doveroso mettere il personale scolastico nelle condizioni di recuperare la serenità compromessa dagli effetti della pandemia, partecipando ad una campagna di vaccinazione massiva che restituisca al settore scolastico tranquillità e sicurezza. Non possiamo accettare ulteriori indugi, che minerebbero la resistenza psicofisica del personale, già pesantemente provato da una situazione emergenziale protrattasi oltre ogni più pessimistica previsione. Chiedo, pertanto, che a livello politico e amministrativo si provveda con la massima urgenza a promuovere e realizzare un piano regionale di vaccinazione di tutto il personale scolastico, senza escludere che a tale scopo possano essere utilizzate le strutture scolastiche. Sono costretto a far presente che ogni ulteriore rinvio o esclusione da un lato metterebbe a rischio la tenuta del sistema scolastico regionale, dall’altro potrebbe indirettamente essere causa di nuovi contagi e di nuove emergenze sanitarie e non solo”.

Solo due giorni fa, invece, la vicepresidente Moratti aveva raggiunto l’accordo con Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università di Bergamo e presidente del Coordinamento dei Rettori delle Università Lombarde, per l’inserimento del personale universitario tra coloro che dovranno sottoporsi, in via prioritaria, alla vaccinazione contro il Covid.

Una campagna che procederà senza distinzione d’età, ma con la sola priorità in base all’incidenza epidemiologica territoriale, fino ad allargarsi a tutte le 14 Università e alle oltre 15mila persone coinvolte: punto di partenza martedì 2 marzo, con la consegna dei primi vaccini che saranno inoculati in base ai programmi stilati in autonomia da ogni singolo ateneo.

Il personale dell’Università degli studi di Bergamo sarà vaccinato al Centro sportivo dell’Ateneo, il Cus di Dalmine: sarà direttamente il personale sanitario delle singole università a procedere con la somministrazione dei vaccini Astrazeneca, inizialmente al personale di ruolo, docente e non docente, e a seguire ad assegnisti, borsisti, dottorandi e docenti a contratto, in spazi che sono stati valutati singolarmente, in base alle specificità di ogni singolo ateneo.

“Ringrazio l’assessore Letizia Moratti per aver colto subito la richiesta di tutti i Rettori della Lombardia e aver disposto la somministrazione dei vaccini anche al personale delle università della Regione – aveva commentato Morzenti Pellegrini -. Le attività didattiche del secondo semestre sono iniziate e poter contare sul vaccino vuol dire avere la certezza per procedere con le attività in presenza nella massima sicurezza. Siamo riusciti a trovare tutti insieme una soluzione, mettendo in campo ognuno le proprie risorse per un risultato che va a favore della sicurezza di tutta la popolazione. Per la comunità universitaria della Lombardia è un segnale di attenzione e collaborazione importante, auspicando che il vaccino si possa presto estendere anche agli studenti”.

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