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Lo sguardo di beppe

La forza dei partiti condizionerà le scelte del Governo Draghi?

Ancora non ci sono gli elementi per affermare che si è imboccata una nuova strada. I partiti, soprattutto alcuni, sanno con precisione quali azioni adottare per bloccare iniziative che non gradiscono

Forse è presto per esprimere un’opinione sulla gestione Draghi. Le prime mosse, però, non danno segni di quel cambiamento di marcia e di direzione che tutti si aspettavano. La forza condizionante dei partiti sta compromettendo l’azione del nuovo presidente del Consiglio?

Evito espressamente la parola governo, proprio perché è sotto gli occhi di tutte le persone pensanti che la sua composizione non è stata altro che il frutto di una lottizzazione dei partiti con qualche tecnico.

Vero è che si è caricato il presidente Draghi di tantissime aspettative. Il personaggio, se lo consideriamo al di fuori dell’ambito nel quale attualmente si è venuto a trovare, è decisamente una figura di primissimo piano, stimato in tutto il mondo per le sue doti di uomo in grado di governare la finanza internazionale.

Ma basta questa non insignificante capacità a fare di lui l’uomo che risolverà ogni malore del quale l’Italia è affetta da tempo immemorabile?

Per ora, i grandi temi sono stati enunciati e nulla più si è visto che dia la percezione dell’incipit di un’azione di risanamento delle magagne nazionali.

Se osserviamo la composizione del governo, però, sentiamo scricchiolii dolorosi. I partiti hanno fatto a gara a imporre i nomi dei ministri, alcuni dei quali, ad onore del vero, con le carte in regola per occupare la posizione assegnata. Ma parecchi, troppi, sono solo imposti da un sistema partitico che oltre a utilizzare vecchi criteri di nomina, non sa esprimere se non mediocri personaggi che come voce principale del curriculum evidenziano la fedeltà al capo branco.

Ragion per cui, ci troviamo persone nominate per ricoprire responsabilità di importanti ministeri senza le necessarie competenze. Il timore è che queste scelte appanneranno la carica miracolistica attribuita al capo designato.

Intanto, tra una variazione di colore e l’altra, tra un ritardo nella somministrazione dei vaccini e i silenzi sul tema, la diffusione del virus impazza, utilizzando come alimento del quale nutrirsi la paura di perdere consenso qualora vengano adottate misure restrittive, ritenute da una parte dell’elettorato appartenente a tutti i partiti dell’arco costituzionale, troppo dure e lesive della libertà che alcuni cittadini ritengono, a torto, violata.

Ragion per cui, assistiamo ad assembramenti di sostenitori di alcune squadre di calcio ai quali si permette di creare quel vivaio che, ne siamo certi, darà i suoi frutti avvelenati nei giorni a venire.

Ma questi fatti sono indicativi del cromosoma italico che spinge con tutte le sue forze nella direzione che consenta ai suoi usi e costumi di non cambiare, nemmeno in presenza di centinaia di morti che ogni giorno contiamo.

Io son curioso e sto alla finestra per osservare quello che accade. E, credetemi, vorrei tanto poter esprimere un’opinione positiva sull’azione di questo governo e del suo massimo esponente.

Ancora non ci sono gli elementi per affermare che si è imboccata una nuova strada. I partiti, soprattutto alcuni, sanno con precisione quali azioni adottare per bloccare iniziative che non gradiscono. Il consenso innanzitutto è il motto che indirizza la loro azione, tesa solo ad aumentare i consensi necessari per ottenere quel potere che, Dio non voglia, una volta acchiappato, potrebbe portarci ad una regressione dalla quale non siamo ancora pienamente usciti a far data dal lontano 1945, anno in cui terminò una guerra e ne iniziò un’altra, silenziosa, senza colpi di cannone, fatta di promesse, di parole vuote e di proclami e di trame perpetrate da leader dal peso specifico molto basso.

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