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Le reazioni

Sematic chiude, la Lega: “Protesta all’ambasciata tedesca”. Il Pd: “Persa una risorsa”

Duro attacco dei parlamentari del Carroccio Belotti e Pergreffi alla multinazionale bavarese Wittur: "Umiliati i lavoratori e la Bergamasca"

“Siamo delusi e arrabbiati”. Così i parlamentari leghisti Daniele Belotti e Simona Pergreffi, dopo la decisione di chiudere definitivamente la produzione alla Sematic di Osio Sotto da parte della casa madre bavarese Wittur.

“In questi ultimi mesi – spiegano i due parlamentari leghisti – abbiamo cercato di sollecitare in ogni modo la proprietà a riconsiderare la decisione di delocalizzare in Ungheria: abbiamo incontrato viceministro tedesco dei trasporti Steffen Bilger poi anche il viceambasciatore Klemens Mömkes e insieme ad altri parlamentari, con un’azione trasversale, abbiamo interessato il Ministero e la Regione. Di fronte c’è sempre stata un’azienda che ha fatto muro, anche alle nostre ripetute richieste di incontro nel quartier generale a Monaco, e che non si è fatta scrupolo di umiliare non solo i 185 dipendenti, ma l’intera provincia di Bergamo proprio mentre si guarda alla ripresa dopo aver vissuto, come sanno in tutto il mondo, Germania compresa, il suo momento storico più drammatico”.

“Martedì, insieme a una delegazione parlamentare bergamasca, saremo di nuovo in ambasciata tedesca a Roma – continuano Belotti e Pergreffi -: avevamo richiesto un incontro per la Novem di Bagnatica, anch’essa di proprietà bavarese e minacciata dalla delocalizzazione in Slovenia, ma a questo punto porteremo pure la nostra decisa protesta per la Sematic. Bergamo non può essere terreno di pascolo per multinazionali, in questo caso tedesche, senza il minimo scrupolo per una terra laboriosa, ma martoriata come la nostra. Siamo vicini ai lavoratori e faremo di tutto perchè nel tavolo di crisi del Mise vengano concesse tutte le tutele che i dipendenti che hanno dato così tanto a questa storica azienda meritano”.

Secondo il Partito Democratico di Bergamo “la scelta di delocalizzare in Ungheria spoglia il nostro territorio di una risorsa e aggrava lo stato di crisi di un tessuto produttivo in forte tensione.  Tramite i nostri parlamentari nazionali ed europei ci siamo mossi per portare al tavolo della trattativa l’azienda e per capire se vi fosse un dumping sociale da parte delle autorità ungheresi, che fanno i “sovranisti” a “casa loro” ma con i soldi dell’Unione Europea. Chiediamo quindi con forza a Regione Lombardia e al neo ministro allo Sviluppo Economico Giorgetti di esplorare ogni soluzione alternativa per evitare la chiusura. Infatti anche la politica e il governo si devono assumere le proprie responsabilità in una vicenda che tocca la vita di tante famiglie.

“La chiusura della Sematic è una decisione sbagliata e inaccettabile, che impoverisce il sistema produttivo bergamasco e mette a rischio il futuro di 185 lavoratori e delle loro famiglie, verso cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà – dichiarano i Parlamentari Pd Elena Carnevali e Antonio Misiani -. Sconcerta che un’azienda rinunci a una tale qualità professionale, che ha permesso alla Sematic di essere tra le aziende leader nel settore delle componenti di ascensori, in favore della delocalizzazione in Ungheria. L’unico criterio di questa scelta è stato quello economico, senza tenere in minima considerazione il futuro dei lavoratori. Il ‘dumping’ fiscale è un fenomeno sempre più preoccupante all’interno dell’Ue e dobbiamo contrastarlo con ogni mezzo possibile”.

Sulla questione intervengono anche Niccolò Carretta ed Enrico Zucchi di Azione. “Il comportamento della dirigenza Sematic è stato molto scorretto nei confronti sia dei lavoratori sia anche nei confronti dei cittadini, poiché bloccare la produzione dopo aver utilizzato la cassa d’integrazione Covid è rappresentativo della situazione che si è creata – commenta Carretta -. Ora il territorio collabori per tentare un reintegro in altre realtà per tutti i lavoratori lasciati a casa a cui va la mia solidarietà e vicinanza”.

“Come Azione, sul territorio, stiamo seguendo con attenzione gli ultimi sviluppi sulle varie crisi aziendali del nostro territorio, con una particolare preoccupazione per le famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori bergamaschi – aggiunge Zucchi -. Continuiamo, per questo motivo, a proporre una cabina di regia, composta dalle istituzioni locali, Provincia e Comune di Bergamo, Camera di Commercio, Sindacati confederali, Confindustria ed Impresa e Territorio, sull’esperienza del “Modello Bergamo”, per affrontare in modo sistemico le crisi aziendali e prospettare le azioni di rilancio del territorio e dell’economia bergamasca, iniziando, ad esempio, dalle risultanze dei gruppi di lavoro del piano OCSE”.

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