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A fine marzo

La temuta conferma, Sematic di Osio Sotto chiude: doccia gelata per 180 lavoratori

"La peggiore svolta possibile " commentano dalla Rsu della fabbrica

La temuta conferma alla fine è arrivata: a fine marzo la Sematic di Osio Sotto chiuderà i battenti. Una doccia gelata per i 183 dipendenti attualmente in cassa integrazione. La notizia si è appresa nel corso dell’incontro chiesto con urgenza dai sindacati.

“La peggiore svolta possibile ” commentano dalla Rsu della fabbrica. Mentre si è già in cerca di investitori per l’insediamento produttivo e di nuovi ammortizzatori sociali.

Così Cgil, Cisl e Uil annunciano la decisione.

“In data odierna (venerdì 26 febbraio) si è svolto un incontro con la Direzione del gruppo Wittur, richiesto con urgenza da parte sindacale dopo lo sciopero spontaneo di giovedì, motivato da ‘indiscrezioni’ in merito a una possibile cessata attività dello stabilimento di Osio Sotto. L’Azienda, a seguito della riunione del board (CdA) del Gruppo di mercoledì scorso, ha comunicato l’intenzione di cessare completamente l’attività produttiva dello stabilimento entro la fine del mese di Marzo. La delegazione sindacale ha ribadito le drammatiche conseguenze sociali di tale scelta. La Direzione aziendale ha dato disponibilità a discutere le modalità per ridurre l’impatto sociale di tale decisione. Successivamente, si è tenuta l’assemblea sindacale per informare i lavoratori e decidere insieme a loro come proseguire la vertenza. A larga maggioranza, gli stessi hanno dato mandato ai Sindacati per continuare la discussione con la Direzione di Gruppo.
Questo avverrà nel prossimo incontro già programmato il prossimo Mercoledì 3 Marzo nel pomeriggio. A seguito del quale, il 4 Marzo alle ore 9, si svolgerà l’assemblea con i lavoratori per aggiornarli delle novità emerse nell’incontro”.

Ai primi di settembre del 2020 il Gruppo Wittur aveva incontrato le organizzazioni sindacali per informarle della decisione presa dalla capogruppo Wittur Holding GmbH di sospendere una parte della produzione dello stabilimento produttivo di Osio Sotto per spostarla in Ungheria.

I motivi che avevano determinano tale decisione stavano nell’andamento del settore dell’industria degli ascensori e della componentistica, che ha vissuto un inasprimento delle dinamiche competitive a livello globale ed europeo, ulteriormente aggravate dall’insorgere della pandemia di Covid-19, con uno spostamento del baricentro industriale dei principali operatori del settore, della supply chain e della logistica verso l’Est Europa.

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