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Legge d'iniziativa popolare

La denuncia: “Regione Lombardia si sottrae al dibattito sull’aborto sicuro”

L'associazione Luca Coscioni: “Pronti a offrire assistenza legale a tutte le donne che dovessero subire inadempienze”

Aborto al sicuro” è il nome della campagna lanciata a novembre 2018 da un comitato eterogeneo ma compatto e nasce dalla constatazione che in Lombardia le donne faticano a vedere riconosciuto il proprio diritto a un aborto sicuro, a ricevere informazioni sulla sua prevenzione e ad accedere a ogni metodo contraccettivo, d’emergenza e non.

Accanto ai tre promotori della proposta in Lombardia, Associazione Radicale Milanese Enzo Tortora, Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani, si sono raccolte le adesioni di numerosi gruppi (anche non strettamente politici) e associazioni (di operatori, di militanza per i diritti civili e per la laicità delle istituzioni, di cittadine e cittadini sul territorio…) a sottolineare l’urgenza e la condivisibilità del tema.

I promotori segnalano che il Consiglio regionale lombardo, martedì 23 febbraio “si è sottratto al dibattito in merito alla prima proposta di legge di iniziativa popolare mai approdata in aula, Aborto al sicuro appunto, consistente in una serie di proposte che prevedono l’accesso in piena sicurezza delle donne che scelgono l’interruzione volontaria di gravidanza. Le consigliere e i consiglieri della maggioranza hanno infatti votato NO:

– all’informazione adeguata, comprensibile e visibile su prevenzione e accesso all’aborto;

– all’abolizione dell’obbligo di ricovero per l’aborto farmacologico (che, per altro, nel frattempo era già stato abolito con indicazione diretta del Ministero della salute previo parere del CSS);

– alla contraccezione a lunga durata offerta in sede di aborto per prevenire altre gravidanze indesiderate (e quindi possibili futuri aborti);

– al potenziamento dei consultori e alla medicina territoriale, imponendo a chi vuole abortire l’obbligo di andare in ospedale anche in questo periodo di pandemia durante la quale sarebbe opportuno ridurre al minimo le possibilità di contagio;

– ad una migliore gestione dei casi urgenti;

– ai corsi di formazione per operatrici e operatori sulle tecniche più moderne e sicure di aborto”.

“Questa bocciatura non frena la nostra azione – dichiara Sara Martelli, coordinatrice della campagna  – le nostre proposte sono valide e continueremo a lottare per ottenere che diventino operative”.

“Dire no a una serie di misure a tutela del diritto alla salute delle donne senza avviare nemmeno un dibattito su un tema così delicato come l’interruzione volontaria di gravidanza fa pensare ad una maldestra azione di strategia politica e strumentale sul corpo delle donne che vivono in Italia – dichiara Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni – la bocciatura della Proposta di Legge di iniziativa popolare Aborto al Sicuro da parte del Consiglio Regionale della Lombardia è in netto contrasto con la legge 194/78 e con le nuove linee di indirizzo emanate ad agosto dello scorso anno dal Ministero della Salute. Una violazione inaccettabile del diritto alla salute che toglie rispetto alle donne, al loro corpo, alla loro libertà di scelta, in un percorso delicato in cui devono meritare solo supporto, aiuto e rispetto dei diritti fondamentali. Come Associazione Luca Coscioni da sempre ci impegniamo ad offrire completa assistenza legale a tutte le donne che dovessero subire inadempienze o malpractice in questo senso. Siamo pronti a essere dalla loro parte e ad aiutarle nell’ottenere il rispetto dei diritti fondamentali che vengono loro negati”.

Tramite il sito dell’associazione è possibile inoltre ricevere informazioni grazie ad un sistema di intelligenza artificiale CitBot, attivo 24 ore su 24, trovare informazioni di carattere generale: https://www.associazionelucacoscioni.it/cosa-facciamo/aborto-e-contraccezione/aborto, e scaricare i moduli per denunciare disservizi.

 

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