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Bergamo

Fa ancora discutere l’intitolazione della biblioteca a Giulio Regeni

Dura lettera di Francesco Benigni, ex presidente di circoscrizione ed ex consigliere di Forza Italia, sul bollettino parrocchiale di Colognola

Torna a far parlare di sé il caso dell’intitolazione a Giulio Regeni della biblioteca nel quartiere di Colognola (decisione discussa e approvata nella seduta del consiglio comunale di Bergamo del 28 luglio 2020).

Dopo che il parroco, don Francesco Poli, aveva stigmatizzato il fatto che la dedica dello spazio civico e culturale non fosse stata condivisa con i cittadini della zona, si erano susseguite prese di posizione e alcuni cittadini del quartiere hanno voluto scrivere una lettera (arrivata a circa cento firme) indirizzata al parroco Poli, al sindaco di Bergamo Giorgio Gori e all’assessore Giacomo Angeloni per esprimere “tutto il nostro apprezzamento per l’intitolazione della biblioteca del nostro quartiere a Giulio Regeni”.

Ora, sul numero parrocchiale di febbraio 2021, a scrivere è Francesco Benigni, ex presidente di circoscrizione ed ex consigliere di Forza Italia una critica nei confronti del “metodo adottato per arrivare a tale dedica che ha escluso un coinvolgimento della comunità di Colognola sull’espressione di un parere in merito. “I clamori sollevati – si legge – mi inducono a esprimere alcune considerazioni”.

Un accenno particolare è riservato alla storia dell’edificio in cui trova spazio la biblioteca: “Ospitata nelle ex sacrestie della vecchia parrocchiale di S. Sisto, complesso monumentale a suo tempo pressoché donato dalla Parrocchia al Comune di Bergamo.  Come mai non si è sentito il bisogno di interpellare le molteplici realtà associative del quartiere, parrocchia compresa, per sentire la loro opinione in merito? E l’opinione di chi, quella biblioteca, ha fondato (Agostino Cardinali, coordinatore degli Amici di Colognola)?”

Al centro della lettera, anche, il “sospetto che la decisione abbia fondamenta puramente ideologiche”, presa troppo presto e senza le dovute tempistiche imposte dalla legge. “Non si è ritenuto opportuno neppure attendere che si concludessero le indagini ancora in corso per chiarire quanto è avvenuto, e le responsabilità di coloro che si sono macchiati di un orribile delitto”.

“La dedica di una via o di una piazza, non può essere dispensata alla stregua di una margherita, ma, come previsto dalla legge, a non meno di 10 anni dalla morte del personaggio cui la dedica è riservata (proprio per evitare motivazioni legate alla sola emozione della scomparsa del personaggio),  salvo notori meriti particolari, sia a livello locale che nazionale, sui quali comunque è il Prefetto a pronunciarsi; generalmente, poi, l’intitolazione non solo deve essere conforme alla storia toponomastica della città, nonché all’identità culturale del Comune, ma deve anche avere uno stretto legame con l’identità e gli interessi della comunità locale”, continua il testo.

Infine, Benigni spera in un “ripensamento dell’Amministrazione” proponendo, anche, di intitolare a Giulio Regeni la sala lettura della biblioteca di Colognola (“un luogo che gli studenti universitari sono soliti frequentare per i loro studi e le loro ricerche”) e di dedicare, invece, al defunto Don Fausto Resmini la biblioteca.

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