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La presentazione

Atalanta, è la notte del Real Madrid: sono la storia della Champions, ma proviamoci

Anche con le numerose defezioni la squadra di Zidane mette comunque paura: bisognerà superare in fretta l'emozione.

Il giorno che tutti i tifosi nerazzurri aspettavano da mesi è arrivato. Questa sera l’Atalanta affronterà “la storia” del calcio mondiale, dovendo ospitare nella gara d’andata degli ottavi di finale di Champions League il Real Madrid.

Presentare la squadra madridista ed i suoi trofei ha quasi del superfluo: 13 Champions League, 2 Coppe Uefa, 4 Supercoppe Uefa, 3 Coppe Intercontinentali, 4 Mondiali per Club, 34 scudetti, 19 Coppe del Re di Spagna, 1 Coppa della Liga, 11 Supercoppe di Spagna. Un palmares impressionante.

Attualmente in campionato si trova al secondo posto in classifica alle spalle dei concittadini dell’Atletico ed è reduce da ben 4 vittorie consecutive. Nell’attuale edizione della Champions si è qualificato agli ottavi vincendo il Gruppo B con 10 punti precedendo Borussia Mönchengladbach, Shakhtar Donetsk ed Inter.

Eppure, nonostante quanto appena scritto, complici anche una serie di concomitanze sfavorevoli ai blancos la Dea avrà, a mio avviso, l’opportunità di giocarsi le sue carte. Mi riferisco chiaramente ai numerosi infortuni che hanno colpito i giocatori di Zidane che dovrà fare a meno di ben nove uomini: Benzema, Sergio Ramos, Hazard, Carvajal, Fede Valverde, Militao, Odriozola, Marcelo e Rodrygo.

Formazione dunque obbligata per il Real che, nonostante le assenze, schiererà comunque giocatori di grande caratura internazionale. In particolare letteralmente “da brividi” il centrocampo madridista con Modric, Kroos, Casemiro, Blanco e Isco. Dal canto suo invece Gasperini dovrà rinunciare solo al lungodegente Hateboer, potendo contare sulla presenza di tutti gli altri.

A Bergamo da giorni si vive un’atmosfera di euforia per la partita e questo anche grazie agli ultimi risultati dei nerazzurri. Proprio domenica i Gasp boys hanno superato il Napoli con una gara di grande sostanza, resa complicata solo da un atteggiamento non proprio accondiscendente del direttore di gara.

Ecco quindi che i giocatori atalantini si presentano carichi come non mai a questa sfida, che solo qualche anno fa sarebbe potuta andare in scena solo alla Play station. Ed invece è tutto vero: i giocatori del club dalla maglia bianca, che dal 1902 costituiscono uno dei club più vincenti e prestigiosi nel panorama calcistico mondiale, calcheranno questa sera l’erba del Gewiss Stadium.

Di fronte si troveranno una squadra di provincia, che negli ultimi anni è stata in grado di compiere imprese impensabili e che farà l’impossibile per ottenere un risultato che avrebbe davvero dell’incredibile. Addirittura i nerazzurri sembrano dati per favoriti dai bookmakers per la partita odierna, anche se il Real resta invece favorito per il passaggio del turno.

Quando si affronta una squadra tanto prestigiosa, il rischio può essere quello di subire un po’ l’emozione del match, come avvenuto ad esempio nella partita contro il Liverpool seccamente persa per 5 a 0. Ma gli uomini di Gasperini credo si siano ormai abituati a calcare certi palcoscenici, come dimostrato anche dalla gara di ritorno contro i reds.

Personalmente sono convinto che vedremo una Dea per nulla impaurita, ma la solita formazione che fa dell’aggressività e dell’intensità le sue armi vincenti. Anche perché, come detto in conferenza stampa, il Gasp non si fida assolutamente delle assenze del Real che in Coppa sa trasformarsi.

Nessuno di voi provi a scavare nella memoria: impossibile trovare precedenti tra le due squadre. Gli unici riferimenti sono le partite dei blancos contro altre squadre italiane. Nelle 76 occasioni di sfida, i madrileni sono però nettamente in vantaggio: 39 vittorie, 11 pareggi e 26 sconfitte.

Anche per la galleria degli ex, foglio bianco: nessun giocatore ha mai vestito la maglia degli avversari nella propria carriera. Nella storia solo un atalantino ha poi avuto l’onore di trasferirsi al Real: l’uruguagio Federico Magallanes, acquistato dai madridisti nel 1998 ma che non ebbe fortuna nella capitale spagnola, tanto da non disputare neppure un match ed essere immediatamente girato al Racing Santander.

A dirigere il match è stato designato un fischietto tedesco, il signor Tobias Stieler all’ottava apparizione in Champions. Per le statistiche, nella sua carriera ha già arbitrato per ben quattro volte le italiane (Roma e Juve), l’ultima delle quali nella vittoriosa gara della Juve al Camp Nou dello scorso dicembre.

Verrebbe da dire che è già bello essere qui. Ma sarebbe come andare a Roma senza vedere il Papa: che senso avrebbe?

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