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Atletica leggera

Campionati Italiani Indoor, oro per Marta Milani nella staffetta 4×2 giri

Schierata in terza frazione, la 33enne di Monterosso ha chiuso la prova tricolore in 3'38"42

Tenacia e costanza: sono questi due ingredienti fondamentali per raggiungere un successo.

Marta Milani ha saputo sfruttarli al meglio nel corso degli anni, portando a casa diverse soddisfazioni fra le quali spicca il titolo italiano indoor nella staffetta 4×2 giri.

La 33enne di Monterosso ha infatti sigillato l’ultima giornata della rassegna nazionale conducendo al successo l’Esercito dopo quello ottenuto all’aperto lo scorso settembre.

Inserita nel quartetto composto da Alice Mangione, Valentina Cavalleri e Raphaela Lukudo, la fuoriclasse orobica ha tagliato il traguardo di Ancona in 3’38”42 precedendo il Cus Pro Patria Milano e l’Atletica Brescia 1950 Metallurgia San Marco.

Nel mezzofondo prestazione di spessore per Samuel Medolago (Atletica Valle Brembana) che, dopo una stagione al coperto da protagonista, ha colto la medaglia di bronzo nei 3000 metri.

In grado di battagliare sino all’ultimo giro con i finanzieri Pietro Arese e Yassin Bouih, il 25enne di Sant’Omobono Terme ha fermato il cronometro in 8’06″13 limando così di cinquantanove secondi il personale sulla distanza.

Nuovo primato anche per Giovanni Filippi (US Rogno) che, dopo il sesto posto sui 1500, ha colto la quinta piazza sui quattro giri.

Capace di cogliere la seconda prestazione provinciale di sempre, il 22enne di Darfo Boario Terme ha concluso la propria prova in 1’49″61 abbassando il proprio limite di poco più di un secondo.

Medesima posizione per Nicholas Nava (Atletica Bergamo 1959) che nel salto in alto non è andato oltre quota 2,12 metri, mentre Federico Manini (Atletica Estrada) si è dovuto accontentare della settima piazza nei 60 metri dopo aver eguagliato in batteria il proprio personale.

In conclusione da segnalare l’ottavo posto di Simone Ronzoni (Atletica Imola Sacmi Avis) nell’eptathlon che ha pagato a caro prezzo tre errori nell’alto a 1,74, inficiando così i risultati ottenuti nelle altre specialità.

Foto Francesca Grana/FIDAL

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