“Non si tratta solo della valorizzazione di un immobile, ma siamo di fronte, a tutti gli effetti, ad un progetto urbano che vede nel Principe di Napoli uno dei tasselli più importanti e che ha una scala molto più ampia. Perché attraverso la riqualificazione e la riapertura di questi luoghi è possibile ripristinare un collegamento pedonale tramite le corti dell’ex asilo, collegarsi al Parco Marenzi fino alla ex caserma Montelungo e, poi, al Parco Suardi e agli orti di San Tomaso”.
Con queste parole siamo entrati insieme all’assessore all’urbanistica Francesco Valesini all’interno dell’ex asilo Principe di Napoli, in via Pignolo 11, per vedere e mostrarvi quali saranno i luoghi che interesseranno l’intervento e il “passaggio” che verrà a crearsi attraverso le corti dell’ex asilo fino al Parco Suardi ed oltre con lo scopo di allargare il centro cittadino e collegare la città.
Un luogo di grande storia per la città di Bergamo e che adesso si appresta ad entrare a far parte di un “progetto di scala urbana e di valore paesaggistico e ambientale di primissimo ordine”, come dichiarato dall’assessore.
L’edificio, di proprietà comunale dal 1998 con un lascito, era un ex asilo e, prima ancora, un monastero. Diviso di tre corti tra loggiati e porticati, da diversi anni è abbandonato e dismesso. Le diverse amministrazioni comunali di Bergamo che si sono susseguite con il tempo hanno più volte intrapreso delle strade per trovare una destinazione a questo luogo: con dei bandi pubblici dedicato all’housing sociale e, anche, con l’ipotesi di alienarlo, senza, infine, trovare un riscontro.
Infine, a fine del 2020, è arrivata la proposta del gruppo Ferretti casa di farsi carico del restauro e della rifunzionalizzazione dell’ex asilo oltre che alla realizzazione di interventi sul terreno di Parco Ovest 2.
Un intervento, quello di Ferretti nello stabile, visto con grande favore da parte del Comune. Ma così non è da parte di alcuni abitanti del quartiere di Pignolo che si pongono, perplessi, alcune domande sull’ingresso di un privato sulla scena di un bene comunale.
“Ora procediamo con degli interventi di indagine storico e archeologico e a costruire, insieme alla rete di quartiere, un progetto di gestione che vogliamo sia fondato su una finalità sociale, abitativa e associativa ancora da individuare”, spiega l’assessore Valesini.
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