“Al momento nessuno può dire quanto pesino le ‘varianti’ sul contagio in Bergamasca. Ma lo capiremo presto, nel giro di quattro settimane”. Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza e urgenza e dell’Area critica dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, interviene sul tema che in questi giorni preoccupa maggiormente gli uomini di scienza e delle istituzioni, chiamati a rivedere l’agenda delle riaperture.
“Da medico posso dire che ne avremmo fatto volentieri a meno – commenta Lorini a proposito delle varianti -. La conoscenza che abbiamo in materia non è ancora completa. Per adesso sappiamo che il vaccino copre la variante inglese. Qualche dato arriva anche sull’efficacia contro la brasiliana, ma si tratta di dati preliminari. Quel che è certo – aggiunge – è che la presenza e la diffusione di queste varianti rischiano di complicare ulteriormente il sistema”.
Anche perché i ricoveri sono di nuovo in crescita. Martedì 16 febbraio erano una sessantina i pazienti Covid al Papa Giovanni: 23 in terapia intensiva e 38 nei reparti ordinari. “Al momento, in nessuno di questi è stata riscontrata la presenza di varianti – precisa Lorini – ma è impensabile restare a lungo immuni”.
Un aumento che al Papa Giovanni si è notato “soprattutto negli ultimi 5-6 giorni”, sottolinea. Ad inizio mese erano 24 i pazienti in degenza e 20 quelli in terapia intensiva (44 in totale). Il 5 febbraio 35 in degenza e 16 in terapia intensiva (51), il 10 febbraio 31 in degenza e 19 in terapia intensiva (54). Fino ad arrivare ai 61 di martedì.
Dopo l’allarme dell’Istituto superiore di sanità, il governo sta studiando le misure per tenere sotto controllo la curva epidemiologica. “Non ci sono ricette, o meglio ce n’è una sola – è la convinzione di Lorini -. Se il contagio sale, bisogna fermarsi per farlo scendere. Sarà così fino a quando non avremo vaccinato 30-40 milioni di italiani”.
Secondo il primario del Papa Giovanni è questo il “tema vero” sul quale “tutti dovremmo concentrarci”. “Al primo posto – prosegue – deve esserci la capacità di vaccinare il più persone possibili nel minor tempo possibile. Non ho dubbi sulle capacità di ospedali, medici e infermieri che hanno già dimostrato di sapere superare il loro limite. Il vero limite è il numero dei vaccini a disposizione”.
Chiude lanciando un appello: “Per adesso è fondamentale tenere alta la guardia, ancora per qualche mese. Se non ci saranno intoppi tra febbraio, marzo e aprile potremmo già essere a quota 15 milioni di vaccinazioni – si augura Lorini -. Queste, sommate all’arrivo del caldo e al mantenimento delle precauzioni, ci dovrebbero traghettare verso una situazioni un po’ più vicina alla normalità”. Con o senza varianti.
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