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Martedì mattina

Suisio, cade dal tetto dell’azienda e muore a 71 anni: era in pensione

La tragedia all'interno della Gemtex. A. V. lavorava come collaboratore del titolare di una ditta di illuminazione

Un uomo di 71 anni, A. V., è deceduto martedì mattina all’interno della Gemtex, azienda di Suisio che produce nastri elastici per abbigliamento.

Secondo le prime informazioni l’uomo, residente in provincia di Milano, è caduto da un tetto. In particolare avrebbe messo un piede su un lucernario di plastica che ha ceduto ed è precipitato da sei metri di altezza sbattendo la testa contro un carrello prima di finire al suolo con un trauma cranico.

La tragedia si è consumata intorno alle 10 all’interno del complesso di via Guglielmo Marconi.

Alcuni operai hanno lanciato l’allarme, anche se nessuno ha assistito alla scena. Sul posto sono arrivate due ambulanze e anche l’elicottero del 118 vista la gravità della situazione.

Ma l’intervento dei sanitari è stato inutile, dopo una ventina di minuti l’uomo è stato dichiarato clinicamente morto.

L’anziano era in pensione e lavorava come collaboratore del titolare di una ditta della provincia di Monza Brianza che si occupa di impianti elettrici chiamata per sostituire alcuni lampioni.

Sono intervenuti anche i Vigili del fuoco, i carabinieri di Treviglio e il personale tecnico di ATS, Ufficio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Bergamo Ovest-Treviglio, per gli accertamenti.

“Dall’inchiesta di Polizia Giudiziaria in corso si chiariranno gli aspetti contrattuali e le motivazioni della presenza dell’infortunato sul tetto dell’azienda – ha spiegato Sergio Piazzolla dell’Ats – . In generale possiamo dire che la caduta dall’alto è una modalità di infortunio seppur in diminuzione come frequenza ma sempre ricorrente e di elevata gravità quando accade. L’accesso ai tetti e alle coperture degli edifici deve avvenire con le apposite misure di sicurezza o fisse (parapetti) o individuali (imbragature collegate ai dispositivi di trattenuta detti anche “linee vita”).

“È inoltre fondamentale – continua – che prima dei lavori si proceda alla ricognizione preventiva del tetto o della copertura da parte dell’operatore per individuare la presenza di lucernari o di possibili aperture, segnalarli e valutare se circoscriverli con transenne o ripari: spesso la caduta avviene infatti mentre il lavoratore si sta muovendo all’indietro sul tetto e non si avvede della presenza del lucernario”.

La reazioni dei sindacati

“La vittima aveva 71 anni: ora ci chiediamo, a quell’età, cosa facesse sul tetto, a che titolo e con che modalità fosse lì, con quali tutele e messa in sicurezza. Tutti aspetti che andranno chiariti dalle autorità competenti – commentano Angelo Chiari per la Cgil, Danilo Mazzola per la Cisl e Angelo Nozza per la Uil di Bergamo -. Resta, intanto, il dolore per una morte tanto assurda quanto inspiegabile, sia per l’età avanzata della vittima che per i motivi per i quali si trovava sul tetto. Sappiamo che era in corso un lavoro di manutenzione affidato a una ditta esterna chiamata per un intervento sull’impianto di illuminazione. Perché la vittima stava partecipando ai lavori? Perché non è stato messo in totale sicurezza, visto il rischio di caduta?”.

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