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Lettere

Lo sfogo

“Impianti chiusi e rifugi pieni: allora più logico un ritorno in zona arancione”

La riflessione del K2 Residence Hotel & Restaurant di Foppolo: "Seppur più impattante dal punto di vista del business, sarebbe stata una scelta molto più logica in ottica di prevenzione contagi".

“Avremmo accettato molto più di buon grado un declassamento in zona arancione che, seppur più impattante dal punto di vista del business, sarebbe stata una scelta molto più logica in ottica di prevenzione dei contagi”: è con questo paradosso che il K2 Residence Hotel & Restaurant di Foppolo riassume lo stato d’animo degli operatori del mondo dello sci, che all’ultimo minuto si sono visti costretti a tenere chiusi gli impianti di fronte al dietrofront improvviso del governo.  

Una decisione arrivata nella serata di domenica 14 febbraio, a poche ore dall’apertura prevista per lunedì e per la quale tutti i gestori si erano già preparati con grande fiducia e applicazione. 

“L’improvvisazione vista in queste ore nelle scelte prese in merito al mondo dello sci, dimostra una mancanza gravissima di competenze in materia di montagna da parte del governo – scrivono -. Si punta il dito contro ‘lo sci’ perché ritenuto responsabile di generare potenziali situazioni a rischio contagio, quando le stesse situazioni, che si vorrebbe evitare, si stanno già verificando in maniera incontrollata in molte parti d’Italia.

La nostra stessa Val Brembana domenica si è vista presa d’assalto da folle di turisti ormai stanchi di rimanere chiusi in casa e, questo, senza che gli impianti fossero aperti.

Perché allora questa discriminazione nei confronti degli impianti di risalita? Ma soprattutto, chi pagherà per il pessimo tempismo con il quale vengono prese queste decisioni? Chi pagherà il gasolio usato per preparare le piste? Chi pagherà i collaudi eseguiti per nulla? Chi pagherà per le spese sostenute per il marketing e per la creazione degli e-commerce per le vendite di biglietti online? La verità la sappiamo tutti, nessuno pagherà e, tutto questo, è veramente avvilente.

Senza contare che, nel caso specifico di Foppolo (già reso molto sicuro di per sé, per l’assenza di funivie e cabinovie), gli impianti aperti rappresenterebbero un metodo efficace per disperdere su un’area molto più ampia i turisti presenti sul territorio che, come visto questo weekend, sono comunque presenti in gran numero.

Un caso emblematico sono i Rifugi. Infatti, senza la possibilità di sciare, l’unico che la gente è disposta a raggiungere a piedi è il nostro Rifugio Montebello. Mentre, quelli presenti nella Val Carisole e raggiungibili quasi esclusivamente con gli sci ai piedi, rimangono vuoti, riducendo di fatto la capacità ricettiva del comprensorio, quando invece andrebbe massimizzata, se si volesse veramente ridurre le situazioni di affollamento. A voler essere egoisti ci andrebbe anche bene così, ma, in tutta coscienza, non va bene affatto. Tutti devono poter lavorare, ma garantendo la dovuta sicurezza sia dei turisti che dei lavoratori.

In conclusione, avremmo accettato molto più di buon grado un declassamento in zona arancione che, seppur più impattante dal punto di vista del business, sarebbe stata una scelta molto più logica in ottica di prevenzione contagi (e avrebbe comunque imposto la chiusura degli impianti). Così invece sembra solo un’assurda presa di posizione nei confronti di un settore già in ginocchio.

Ora però la domanda sorge spontanea: quest’estate, nel chiudere gli stabilimenti balneari, ci sarà lo stesso zelo che abbiamo visto nel chiudere gli impianti, oppure sarà come la scorsa estate dove abbiamo visto un sostanziale liberi tutti? Con tutto quello che poi ne è conseguito a settembre..

Staremo a vedere, ma nel frattempo rimaniamo solamente con un grandissimo amaro in bocca”.

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