Nella giornata in cui Milan e Juve si fermano ai box, l’Atalanta lancia un segnale forte e continua a correre nel gruppo delle grandi, ora come prima e più di prima, senza nemmeno dover usare le maniere forti, leggi l’abitudine a stravincere, a segnare tre- quattro gol per mettere le mani sui tre punti.
Solo una volta in questa stagione l’Atalanta aveva vinto di misura, caratteristica che certo non le appartiene. Era accaduto a Crotone e, guarda caso, anche allora (31 ottobre, sesta di andata) la vittoria portava la firma di Luis Muriel, che aveva segnato una doppietta prima del gol dei calabresi. Successo di misura, 2-1. Meglio, in quella circostanza, il primo tempo, mentre in terra sarda l’accelerazione è arrivata nel secondo.
Più macchinosa e compassata la squadra nei primi 45′, limitata negli inserimenti anche dall’aggressività dei rossoblù, che hanno lasciato poco spazio a Ilicic. Un’Atalanta strana, mai arrivata al tiro in porta. Ma anche perché qualcosa nei soliti meccanismi non funzionava: a centrocampo Freuler era affiancato da Pessina, mentre Pasalic tornava titolare dietro alle punte dopo tre mesi (l’ultima volta in Atalanta-Inter a novembre).
E Sutalo sulla fascia destra, alla prova la sua intesa con Ilicic. Insomma, alcune novità che dovevano fare i conti con un Cagliari disperato e quindi chiuso in difesa, unite ad un Ilicic poco ispirato e Pessina presente, ma più efficace da trequartista.
Poi la partita è girata con la ricostituzione della coppia Freuler-De Roon (200 partite ad alto gradimento con l’Atalanta per Marten) e soprattutto con l’ingresso, al posto di Ilicic, di Muriel. Che è un inno alla gioia, sia a vederlo prima della partita, durante e dopo. Forse è l’unico giocatore della Serie A che sorride quando sta in panchina, probabilmente perché sa che quando entra poi ci pensa lui.
E, in effetti… Luis/Lucho Muriel è una specie di portafortuna per l’Atalanta, oltre a essere il suo miglior bomber: quando segna lui, la Dea non perde, finora si contano 11 vittorie e 3 pareggi. Ha deciso lui anche la sfida di Amsterdam in Champions e, come dice Gasperini, è vero che ha sempre giocato, o quasi: è rimasto in panchina contro la Sampdoria (ed è finita 3-1 per i blucerchiati), non convocato con lo Spezia (0-0), non è entrato a Liverpool (dove c’era ancora Gomez e i nerazzurri hanno vinto 2-0). Muriel segna a Cagliari un gol splendido, bevendosi due difensori ed è un’altra perla dei 16 gol realizzati in questa stagione dal miglior bomber della Serie A nel 2021. Ed è semplicemente straordinaria la facilità con cui entra in partita, in qualsiasi momento Gasp decida di mandarlo in campo. Un’arma micidiale.
Muriel è talmente prezioso che Gasperini lo fa sempre giocare, ma mai per 90 minuti, quasi come a voler preservare in qualche modo le sue energie. Perchè la tecnica di ‘Lucho’ è indiscutibile, come la sua capacità di saltare l’uomo: e quando devi sbloccare il risultato e Ilicic non ce la fa, si accende Muriel…
Poi per vincere ogni tanto ci vuole anche un pizzico di fortuna. Cioè il gol al 90′ (“il mister ci ha detto che non vinciamo mai al 90′”, ricordava Muriel e ha raccolto l’invito), il gol non gol al 94′, tolto dal Var.
Inutile poi fare i sofisticati: quando una squadra gioca 13 partite in 42 giorni non può essere sempre al massimo, se l’Atalanta va a mille col Napoli in Coppa e poi tira un po’ il fiato, è normale. Ora una settimana di allenamenti, la prima intera del 2021, per mettere benzina nelle gambe aspettando Napoli e Real Madrid.
commenta