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Parlano i gestori

Mascherina, distanziamento e skipass online: stazioni sciistiche orobiche pronte ad aprire

“Perso ormai il 70% del fatturato, ma dopo un anno finalmente riapriamo". Appello al rispetto delle regole: "La salute è il bene primario di tutti”

La neve continua a scendere sugli impianti di risalita. Neve che, con la conferma della Lombardia in zona gialla, potrà tornare ad accogliere gli sciatori amatoriali da lunedì 15 febbraio.

Dopo quasi un anno dalla chiusura, i gestori degli impianti sulle piste da sci potranno riaprire. Nel segno della sicurezza e nel rispetto dei protocolli, ma anche per cercare di porre un freno alle perdite, che incidono allo stesso modo sui territori che vivono grazie al turismo invernale.

“Siamo ovviamente contenti della riapertura, anche se, senza certezze, diventa difficile preventivare ed organizzare il tutto – commenta Massimo Fossati, presidente degli impiantisti lombardi e amministratore del comprensorio Valtorta-Piani di Bobbio – . Siamo pronti. Un ulteriore rinvio sarebbe risultato come una beffa”.

Una riapertura che vuole essere in sicurezza, grazie anche alle linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 8 febbraio: obbligo di mascherina, distanziamento di un metro in coda, raccomandazione di acquistare il biglietto online. Linee guida che prevedono anche accessi contingentati, con una limitazione degli skipass al 30% della portata oraria delle seggiovie se il comprensorio ha più di due impianti, al 50% se gli impianti sono uno o due.

Apertura quindi a ranghi ridotti: 3mila-3mila 800 persone al giorno nel comprensorio Valtorta – Piani di Bobbio, 3mila nel comprensorio Presolana-Monte Pora, 1500 a Carona, 2mila a Foppolo, 1300 a Spiazzi di Gromo, 1200 a Lizzola di Valbondione e 800 a Piazzatorre.

Numeri che per alcune stazioni sciistiche possono risultare penalizzanti (ad esempio, a Valtorta – Piani di Bobbio la portata massima standard è di 13mila persone l’ora) ma, come confermano gli stessi gestori, “va bene così, pur di ripartire. Con questi numeri, potremmo far sciare tutti in completa sicurezza” commenta Fossati.

Una riapertura che, sempre nella consapevolezza della gravità della situazione sanitaria, diventa per molti una manna dal cielo.

“Stiamo facendo degli sforzi significativi per aprire, sia in termini di assunzioni che di adozione delle misure di sicurezza – aggiunge Maurizio Seletti, amministratore del Monte Pora – L’auspicio è quello di poter tenere aperto fino al termine della stagione e non solo per una settimana. Nessuno mette in discussione che lo sci sia un’attività ludica e che siamo di fronte ad una crisi che ha una natura diversa. Rimane però il problema economico, di indotto, di occupazione, di rispetto degli impegni presi con i fornitori. Le società degli impianti, ormai, non incassano da un anno. Siamo chiusi dal 7 marzo dello scorso anno, a fronte di nessun ristoro. Nel frattempo, le spese rimangono, anche per quanto riguarda la sicurezza”.

In questo senso, i numeri sono impietosi. Con le chiusure del periodo natalizio e del mese di gennaio, le perdite complessive si aggirano attorno al 70% del fatturato. 5 milioni e mezzo persi a Valtorta-Piani di Bobbio (con un fatturato standard di 9 milioni), l’80% a Presolana-Monte Pora, 700mila euro a Foppolo (oltre a 200mila euro per la manutenzione e le assicurazioni), 100mila euro a Carona (solo per la messa in sicurezza delle piste e la sistemazione di una frana scesa lo scorso ottobre), il 70% anche a Piazzatorre. I conti si faranno alla fine ma, nonostante questo, in tutti è predominante la voglia di ripartire. Una ripartenza necessaria anche per i lavoratori delle piste e l’indotto che gravita attorno all’attività degli impianti.

“Penso che la gente abbia voglia di sciare, ma un’ulteriore chiusura non è da escludere – spiega Giacomo Martignon (Belmont Foppolo) –. Tutto dipende dall’andamento dei contagi. Le misure di sicurezza ci sono, non dovrebbero esserci problemi in quel senso. Non siamo solo noi degli impianti a lamentarci, perché la situazione è disastrosa per tutti”.

Le preoccupazioni però rimangono, anche per i lavoratori direttamente occupati sulle piste: almeno una ventina di persone per comprensorio, 80 a pieno regime per Valtorta-Piani di Bobbio. Senza contare le attività correlate alle piste da sci.

Manca poco però affinché tutto possa rimettersi in moto. Di buon auspicio anche il tempo, con le abbondanti nevicate che si sono susseguite.

“Abbiamo un fondo di oltre un metro e mezzo, poi nevica ancora – dice Ezio Berera, responsabile marketing della Sviluppo Monte Poieto, che gestisce anche gli impianti a Carona -. Abbiamo solo bisogno di freddo e belle giornate, ormai siamo pronti per aprire”.

Apertura dunque da lunedì 15 febbraio, in tempo per sfruttare il fine settimana del Carnevale Ambrosiano.

“Speriamo di riuscire a tenere aperto almeno fino alle vacanze di Pasqua (4 aprile) – conclude Andrea Pontiggia, responsabile degli impianti a Piazzatorre –. Siamo pronti, le misure di sicurezza ci sono. Remiamo tutti nella stessa direzione, gestori e sciatori. Nel rispetto delle regole, riusciremo a ripartire al meglio”.

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