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Governo draghi

Cingolani, ministro alla Transizione ecologica: quando colpì il pubblico a BergamoScienza

Alla 12esima edizione aveva dialogato sul rapporto tra nanotecnologie e salute e su come tali tecnologie dovessero porsi come obiettivo quello di ridurre le differenze insostenibili tra gli uomini

Bergamo, senza ministri (come sempre) ha però conosciuto Roberto Cingolani, che nel Governo di Mario Draghi si occuperà della Transizione ecologica, perché è stato uno dei protagonisti del festival BergamoScienza.

Cingolani è un tecnico – ovvero un profilo competente e autorevole assurto al ruolo pubblico non per appartenenza politica – fisico di formazione, esperto di nanotecnologie, divulgatore scientifico. Un costruttore di progresso. Il suo curriculum spiega: attuale direttore tecnico e innovazione di Leonardo, l’azienda pubblica (partecipata dal Ministero dell’economia e delle finanze) che opera nella difesa, aerospazio e sicurezza, esperienze nei più importanti centri di ricerca dagli Usa al Giappone alla Germania e direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova da lui stesso fondato nel 2005.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e ascoltarlo, ospite della XII edizione di BergamoScienza, torna col pensiero al suo intervento che aveva molto colpito la platea.

Era il 2014, teatro Sociale, Roberto Cingolani, allora direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova dialogava con Valerio Re, fisico anch’egli, ordinario di elettronica all’Università di Bergamo, sul rapporto tra nanotecnologie e salute e su come tali tecnologie dovessero porsi come obiettivo quello di ridurre le differenze insostenibili tra gli uomini (si partiva, allora, dal dato che nei paesi del G10 la vita media si allungava di tre mesi ogni anno avvicinandosi al secolo mentre in altri l’aspettativa era ferma a 50 anni). Le nanotecnologie, per Cingolani, dovevano essere utilizzate per trovare soluzioni a problemi di salute e prevenzione in modo efficace ed efficiente oltre che a basso costo, prendendo in questo senso come modelli le architetture degli esseri viventi estremamente efficienti e a bassa richiesta di energia (un cervello, per esempio, fa miliardi di miliardi di operazioni al secondo utilizzando 100 watts mentre un PC fa 2 milioni di operazioni con 150 watts).

Cingolani raccontò dei progetti visionari che il suo Istituto stava avviando: vettori artificiali in grado di rilasciare medicinali selettivamente su singole cellule malate; sistemi per l’identificazione di singole molecole mutate all’interno di un campione biologico, come la saliva, per poter fare diagnosi di malattia in luoghi privi di alcun sistema sanitario; materiali plastici totalmente biodegradabili derivati dagli scarti vegetali; plastiche responsive per protesi con caratteristiche funzionali simili agli organi originari come retina e pelle.

Pensare alla transizione ecologica del Paese, un ministero già presente in Francia e Spagna (come richiesto da Beppe Grillo a Draghi) guidata da Roberto Cingolani sembra essere un buon segnale. Peraltro il neo ministro sarà chiamato a gestire parte dei fondi del Recovery fund: se i denari ci saranno, le buone idee non mancheranno.

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