Cosa saremmo senza i nostri ricordi? Viviamo di nostalgie e di pensieri fugaci che appartengono al passato: medicine invisibili che riescono a lenire il dolore e a riportarci in tempi passati. Da cui trarre nuova forza.
Con queste premesse e ambizioni è nata l’idea del Bosco della Memoria che vedrà vita al Parco della Trucca, a Bergamo. Settecentocinquanta alberi che formeranno un’oasi di vita e di ricordi.
Un polmone verde dedicato alle vittime della prima ondata Covid che ha così martoriato il territorio bergamasco.
Un monumento vivo e a cielo aperto per omaggiare e ricordare gli affetti e gli angeli che hanno fatto di tutto per combattere il virus: anime rare che proprio all’ospedale Papa Giovanni, vicino al Parco, hanno perso o passato la vita in quei mesi terribili.
Il progetto, pensato dall’ Associazione Comuni Virtuosi, è stato adottato dall’amministrazione comunale di Bergamo e vedrà la luce il prossimo autunno. L’idea di fondo è quella di creare un luogo vivo, altamente simbolico, capace di accogliere la memoria e al contempo costruire uno spazio di comunità, dove realizzare iniziative culturali, didattiche e ricreative pensate per il mondo della scuola, ma anche per tutti i cittadini che vorranno far crescere il bosco.
Un luogo da vivere che apparterrà a tutti e alla cui realizzazione tutti possono partecipare, con una donazione liberare alla piattaforma di crowfunding di Produzioni dal Basso (QUI PUOI DONARE).
Inaugurato il 1° febbraio, poco più di dieci giorni dopo, ha già raggiunto quasi 22mila euro con la partecipazione di 167 donatori tra singoli e associazioni.
“L’asticella che avevamo posto di 50mila€ all’inizio mi sembrava un’impresa, ma, come sempre, la generosità dei cittadini mi sorprende e commuove – racconta Marco Boschini dell’Associazione Comuni Virtuosi – La cifra che abbiamo raggiunto fa ben sperare e siamo felicissimi che il progetto piaccia così tanto. Perché l’idea non è solo quella di piantare degli alberi, ma che in quel bosco possa nascere qualcosa dopo di importantissimo e prezioso”.

In quel bosco, infatti, si dovranno costruire nuovi ricordi e una nuova vita, portando dentro di noi sempre la memoria di quello che è stato e di chi abbiamo perso. Saranno piantati circa 750 tra alberi e arbusti: 130 alberi da frutta, 70 da bosco, 90 piccoli alberi e gli arbusti. Sono previsti anche 1300 mq di percorsi pedonali interni alle isole alberate e alcune sedute, per consentire alle persone che faranno visita al bosco di potersi fermare per un momento di raccoglimento.
“Sin dall’inizio volevamo coinvolgere le persone per far sì che questo progetto partisse dal basso e che appartenesse a tutti noi. Mi piace molto l’idea che questo luogo possa essere vissuto, in unione con un passato tanto doloroso per tutti noi. E quale modo migliore per celebrare la vita e un nuovo inizio piantando nuove forme di vita?”, ha commentato l’assessore al verde del Comune di Bergamo Marzia Marchesi.
Un progetto molto sentito e partecipativo, quindi, che avrà il suo punto iniziale il 18 marzo in concomitanza con la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19 con la posa del primo albero che avrà, come anticipato da Marchesi e Boschini, “una provenienza molto significativa”, ma ancora segreta.

Tanti, anche, i testimonial d’eccezione. Come il musicista Paolo Fresu che sarà presente il 18 marzo e Francesco Guccini. Il cantautore di Pavana, infatti, ha abbracciato con grande partecipazione il progetto, ricordando in un video ancora inedito arrivato agli organizzatori l’importanza di piantare alberi e celebrare la memoria.
Dopotutto, è proprio alle Radici, metaforiche e reali, che il Maestro ha dedicato un suo album, con quella “casa sul confine dei ricordi che sente voci forse di altra età…”. Che sia anche lui ospite della prima posa?

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