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L'operazione

La ‘ndrangheta a Bergamo per gestire il trasporto merci: arrestati coniugi di Seriate video

I carabinieri del Comando provinciale di Bergamo hanno fermato, su indicazione dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, 4 persone, legate al clan Arena, accusate a vario titolo di estorsione, usura, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta.

Alle prime luci dell’alba di mercoledì, i carabinieri del Comando provinciale di Bergamo hanno fermato, su indicazione dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, 4 persone, legate ad un sodalizio ‘ndranghetistico, e accusate a vario titolo di estorsione, usura, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta.

Contestualmente sono state eseguite decine di perquisizioni e arresti in Lombardia, Veneto, Umbria e in Calabria. L’operazione si inserisce in una più ampia attività, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia, e che ha viste coinvolte le Procure Distrettuali di Brescia e Catanzaro, con indagini svolte dai Carabinieri di Bergamo e dalle Squadre Mobili di Crotone e di Catanzaro. Un vero colpo alle cosche di Isola di Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro in Calabria, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

Il procedimento in questione, proseguimento dell’operazione ‘PAPA’ che aveva già portato, lo scorso marzo 2019, all’arresto di 19 persone da parte dei carabinieri di Bergamo e del Ros di Brescia, ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo di soggetti, alcuni originari della provincia di Bergamo, altri di quella di Crotone, che avevano messo in piedi un sistema di estorsioni nell’ambito del campo dei trasporti di merce oltre a realizzare un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti e fornitura di prestiti a tasso usuraio.

Nello specifico, con l’intento di portare via clienti, il proprietario di una ditta di trasporti della provincia, insieme a uomini appartenenti al clan “Arena” operante in Isola di Capo Rizzuto (Crotone), si sarebbe recato presso un suo concorrente, minacciandolo e imponendogli un numero limitato di clienti, al fine di avere il controllo di un vero e proprio “cartello” nel settore dei trasporti dei mezzi pesanti.

Il prosieguo delle indagini ha poi permesso di accertare come, al fine di inserirsi nel mercato, gli uomini del clan “Arena”, con la complicità dell’imprenditore locale, avessero messo in piedi un complicato sistema di acquisizione fittizia di una ditta di trasporti, al fine di poter operare in prima persona all’interno del settore e, soprattutto, per poter riciclare soldi provento di illecite attività. Società che poi, successivamente, veniva fatta fallire in maniera fraudolenta, come riscontrato dai carabinieri. Tutti i reati sono stati commessi con la finalità di agevolare la cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto.

Gli uomini del clan, dopo essersi stanziati definitivamente nel territorio orobico, avevano inoltre creato un sistema di prestiti con tasso usuraio e, in un caso specifico, a fronte di un prestito elargito ad un imprenditore, avevano ottenuto, in maniera sproporzionata rispetto a quanto prestato, la parte di una vendita di un immobile, venduto ad un prezzo totalmente fuori mercato.

I carabinieri di Bergamo, raccolti i gravi indizi nel corso delle lunghe indagini effettuate, hanno perciò fermato 4 persone, due delle quali, marito e moglie, residenti a Seriate, e altri due soggetti che sono stati raggiunti nelle loro rispettive abitazioni in Calabria e in Piemonte.

Contestualmente, sono in corso perquisizioni a carico di numerosi obiettivi, anche correlati a operazioni di falsa fatturazione e altri reati fiscali, compiuti dai medesimi indagati in concorso con numerosi soggetti compiacenti, alcuni dei quali prestatisi a fare da prestanome per le società ‘cartiere’, altri operanti nel settore della consulenza contabile e fiscale. In relazione a tali reati, le indagini e le operazioni di perquisizione sono eseguite congiuntamente al Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Bergamo.

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