Negli atti acquisiti finora dalla Procura di Bergamo, che indaga sulle presunte responsabilità nelle morti per Covid-19 in provincia, non è stato trovato un solo atto scritto che disponesse la riapertura del Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo, chiuso e poi riaperto dopo alcune ore per la scoperta di due casi di coronavirus il 23 febbraio dell’anno scorso.
Lo riporta l’Ansa. L’inchiesta – scrive l’agenzia – procede per epidemia colposa con l’aggravante “della morte di più persone” e quello sul Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano è solo uno dei tre filoni dell’indagine del procuratore Antonio Chiappani e dell’aggiunto Maria Cristina Rota: gli altri riguardano la mancata applicazione della zona rossa ad Alzano e Nembro e le morti nelle Rsa.
Vi è poi il capitolo delle scelte che sarebbero state fatte senza seguire nemmeno il piano pandemico in vigore che risulta non aggiornato dal 2006. Nelle settimane scorse, i pubblici ministeri bergamaschi erano stati a Roma per sentire come testimoni, tra gli altri, il ministro della Salute Roberto Speranza, il numero uno dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del Cts Agostino Miozzo e altri tecnici.
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