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“Tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze”: le nuove frontiere dell’economia

Ecco una riflessione di Stefano Remuzzi dell’Ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Bergamo

Confcooperative Bergamo è lieta di proporvi all’interno della sua rubrica le riflessioni di Stefano Remuzzi dell’Ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Bergamo. “Si tratta di spunti per noi importanti – annotano da Confcooperative – perché aiutano a considerare l’economia con uno sguardo dotato della giusta ampiezza e profondità”.

“Se è urgente trovare risposte, è indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi – non dimenticatevi questa parola: avviare processi – tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze”.

Avviare processi. Mi piace partire da questo suggerimento di Papa Francesco. Molto spesso, chi come me lavora all’interno di contesti che hanno in modo o nell’altro a che fare con il tema complesso e articolato come quello sociale, fatica a vedere compiuto, attraverso un risultato atteso o sperato, il proprio lavoro.

Se in una linea di produzione o in una azienda di qualsiasi tipo il risultato del proprio lavoro è tangibile e ben visibile, per chi lavora in questo campo, non è così. In alcuni casi è necessario attendere anni prima di poter vedere realizzata un’idea.

Le parole di Papa Francesco arrivano in un momento estremamente importante; in un periodo storico in cui tutti dovremmo in qualche modo imparare a rallentare un po’ e invece, mi pare di percepire all’interno di molti contesti lavorativi, che la tendenza è quella di fare sempre di più, di spingere l’acceleratore sempre più forte per arrivare ad un risultato veloce, tangibile, reale, in alcuni casi senza dare importanza a quello che è stato il percorso per raggiungerlo.
In questi giorni sto avendo la fortuna di incontrare i rappresentati delle associazioni di categoria che si occupano di lavoro nella nostra città. Le emergenze ai cui ci mettono davanti sono proprio queste: come far fonte a questa crisi e come fare in modo che i soggetti del territorio riescano a rispondere alle nuove esigenze e ai nuovi cambiamenti del mondo del lavoro? Saremo capaci di cambiare il modo di pensare il lavoro? Saremo in grado di risignificarlo?

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L’economy of Francesco ci ha condotto e introdotto al pensiero di un cambiamento economico, sociale e politico necessario e auspicabile, sia per quanto riguarda i risultati, che le strade per conseguirli.

Ci ha posto di fronte ad un bivio: una strada tracciata, più facile, piana, lastricata molto spesso di un affascinante ma pericoloso “si è sempre fatto così”. Dall’altra parte abbiamo invece una strada nuova, in salita, con ostacoli importanti da superare e con un risultato atteso che al momento riusciamo solo ad immaginare, ma non vediamo.

“Tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze”. Ripartire da qui, dai processi che conducono alla realizzazione di un progetto, di un’idea, di un lavoro, senza vederne o conoscerne il risultato ma sapendo che questa è la nuova strada da percorrere, insieme, senza lasciare indietro nessuno. Eccellente è ciò che include non ciò che esclude. Dobbiamo puntare a risultati eccellenti, che possiamo permetterci anche siano lontani e poco visibili. Costruire la strada, tracciare percorsi, allargare i nostri orizzonti e creare appartenenze che non si indentifichino all’interno di un contesto protetto o nella cosiddetta “comfort zone” ma che abbiano il coraggio di andare fuori ed appartenere anche a luoghi, espressioni, contesti che mai avremmo pensato potessero identificarci.

Possiamo scegliere una nuova strada, un nuovo modo di pensare e di comprendere i paradigmi economici con i quali siamo cresciuti, una nuova visione dei rapporti e delle relazioni tra le persone. Alla frase di Papa Francesco dalla quale sono partito ne aggiungo una: costruire relazioni. Costa fatica, impegno, a volte delusione, ma credo sia la strada da percorrere, non solo per gli “addetti ai lavori” ma anche per chi si spende tutti i giorni in diversi contesti sociali e lavorativi. La capacità di costruire relazioni è la parte fondamentale per la buona riuscita di un progetto, di un pensiero, di un lavoro. Non si lavora mai da soli ma sempre “con e per” qualcuno.

I tre giorni di lavoro di ECONOMY OF FRANCESCO ci conducono ad un cambiamento storico, ad una nuova visione del futuro, alla possibilità di percorrere sentieri diversi e tutti da tracciare e costruire. Costruire attraverso nuovi processi, nuovi modi di intendere il lavoro, la società e l’economia. Nuovi modi di immaginarci nelle nostre città, nuovi modi di sentirci cittadini capaci di pensare e agire.

“Così il futuro sarà un tempo speciale, in cui ci sentiamo chiamati a riconoscere l’urgenza e la bellezza della sfida che ci si presenta”

STEFANO REMUZZI

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