Sono tornati a respirare i ristoratori bergamaschi, che da lunedì 1 febbraio hanno potuto riaprire i loro bar e i loro ristoranti ai clienti.
Qualcuno ha scelto di aspettare il fine settimana per rialzare la serranda, altri non hanno perso un solo minuto e sono subito tornati operativi. Tutto con una speranza: mettersi alle spalle anche l’ultimo lockdown e ripartire come si deve.
Certo, la zona gialla non porta con sé le tante attese riaperture serali. Ma ricevere i clienti anche solo fino alle 18 è già qualcosa: “Un primo, piccolo passo verso la normalità – spiega il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini -. Il vero test di questa ripresa lo faremo comunque nel weekend, quello potrà essere un vero termometro”.
“Chiudere alle 18 significa rinunciare a due terzi del fatturato – continua Fusini -. Auspichiamo che quanto prima si possa tornare a lavorare anche la sera. Perché questa è sopravvivenza, il vero guadagno di un ristoratore arriva la sera. Serve anche che la gente ritrovi quella normalità di consumo che è stata violata, prima che vietata. Il Covid ha cambiato le nostre abitudini, ma ora è importante tornare a vivere, ovviamente seguendo le regole che ancora dobbiamo rispettare per uscire da questa pandemia”.
La zona gialla permette anche ai bergamaschi di uscire dal proprio comune di residenza: “Questo è un incentivo importantissimo per bar e ristoranti – sottolinea il direttore di Ascom Bergamo -. Con la speranza che da ora in avanti si possa andare sempre migliorando: un altro lockdown sarebbe deleterio, psicologicamente insostenibile e troppo costoso per i ristoratori”.
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