La denuncia

Ubi diventa Bper, Spi-Cgil: “Poco rispetto per i percettori di pensioni da Paesi Esteri”

Gibellini: “Specialmente nelle valli, sono migliaia le persone che le percepiscono soprattutto da Svizzera, Francia, Belgio e Germania”

Ubi diventa Bper e dal 22 febbraio i correntisti dovranno utilizzare un nuovo codice Iban (anche se per 12 mesi resterà attivo anche quello precedente).

L’accredito delle pensioni – assicura Bper – avverrà con trasferimento in automatico sul nuovo Iban, tranne in caso di pensione estera, per la quale occorrerà comunicare anche il nuovo codice BIC.

Dal momento che nella sede del sindacato sono state ricevute segnalazioni di pensionati in difficoltà a procedere con quest’operazione, oggi sul tema interviene Marcello Gibellini dello Spi-Cgil.

“Da Ubi a Bper: tutto bene? Forse, ma non certo per i percettori di pensioni da paesi stranieri – dichiara Gibellini -. Il cambio di denominazione della Banca comporta il cambio dell’Iban; per tutti i pensionati Inps e enti collegati non ci saranno problemi, il passaggio sarà automatico. Non così per i percettori di pensioni estere che dovranno provvedere a comunicare ai loro enti pagatori il nuovo Iban. I bancari invitano queste persone a rivolgersi ai patronati del sindacato per farsi aiutare; ovviamente è cosa che ben volentieri il sindacato fa, ci mancherebbe altro! Però non è per niente giusto che queste persone siano considerate di serie B; come è stato predisposto un meccanismo automatico per le pensioni italiane, poteva e doveva essere fatto anche per questi pensionati! Certo Bper nasce e si sviluppa in centro Italia, dove il fenomeno dell’emigrazione dopo la seconda guerra mondiale è stato molto meno intenso che da noi e si dimostra davvero poco attenta e sensibile alle realtà dei nuovi territori in cui si sta inserendo”.

“Da noi, specialmente nelle valli, sono migliaia le persone che percepiscono pensioni dall’estero, specialmente da Svizzera, Francia, Belgio e Germania – prosegue Gibellini –Costoro hanno già l’incombenza di comunicare la documentazione della loro ‘esistenza in vita’, che per la Svizzera è annuale ma, ad esempio, per la Francia è bimestrale; ed ora anche questa ulteriore comunicazione per l’Iban. C’è davvero poco rispetto per questi cittadini, ora per lo più di una certa età, che hanno contribuito, un tempo, con le loro rimesse e oggi ancora contribuiscono con i loro più o meno modesti rendimenti pensionistici, all’economia nazionale. Un po’ di attenzione da parte di questi istituti economici privati e dalla nostra Pubblica Amministrazione potrebbe evitare ulteriori disagi. La digitalizzazione permette, quando se ne ha la voglia e la sensibilità, di risolvere facilmente tutti questi problemi”.

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