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Nicola Gratteri, il volto della speranza della Calabria

Il 31° instant book della collana Volti di Speranza della Fondazione Santina Onlus ha per titolo NICOLA (Edizioni Messaggero Padova, 140 pagine). Gli autori Enzo Romeo e Mons. Luigi Ginami presentano il magistrato anti ‘Ndrangheta Nicola Gratteri e accanto a lui anche molti altri protagonisti

Con la Calabria e per la Calabria in zona rossa per il Covid-19. Il 31° instant book della collana Volti di Speranza della Fondazione Santina Onlus ha per titolo NICOLA (Edizioni Messaggero Padova, 140 pagine).

Gli autori Enzo Romeo e Mons. Luigi Ginami presentano il magistrato anti ‘Ndrangheta Nicola Gratteri e accanto a lui anche molti altri protagonisti: Franco Romeo, cardiologo di fama internazionale; Celeste Lo Giacco, segretaria comprensoriale della Cgil della piana di Gioia Tauro; Filippo Cogliàndro, chef rivoluzionario; Gloria Tenuta, imprenditrice nel business delle verdure “Frozen”; e altri meno conosciuti ma altrettanto tenaci. I testimoni della Calabria, tutti rigorosamente calabresi, con la proverbiale tenacia degli abitanti della Calabria. Si sono intestarditi a estirpare la malapianta dell’illegalità e a piantare semi di bene e di speranza in una terra che ha tante ragioni di sofferenza e che oggi soffre ancora di più a causa della pandemia.

CALABRIA L’INTRECCIO TRA CHI È RIMASTO E CHI È PARTITO

La presentazione del volume è di Phil Pullella,  Senior correspondent e capo servizio dell’agenzia di stampa internazionale Reuters. Da 40 anni è sposato con Marilena Longhi. La loro figlia vive e lavora a Boston.

Un mese dopo la nascita di Nicola Gratteri nel luglio 1958 a Gerace, un bambino di quattro anni lasciava Soriano Calabro, un piccolo paese di montagna a circa 80 chilometri di distanza. Con il padre, la madre e le due sorelle, il bambino arrivò a Napoli e pochi giorni dopo la famiglia salpò sulla Cristoforo Colombo per New York. La nave arrivò il 28 agosto. Quel bambino ero io. Io partii. Gratteri rimase.

Penso spesso cosa sarebbe stato di me se fossimo rimasti in Calabria. La risposta è semplice: sarei diventato una persona onesta come Gratteri e la maggior parte dei calabresi, oppure una delle persone che il magistrato mette in galera. Questa, grosso modo, è la linea di demarcazione nuda e cruda, in Calabria. Era così nel 1958. Purtroppo in molti posti è ancora così. Come tante altre famiglie che hanno lasciato la Calabria nel XX secolo, la nostra partenza nel 1958 non è stata tanto un abbandono quanto piuttosto una fuga. Per la maggior parte di queste famiglie, compresa la mia, i piaceri della terra promessa non furono istantanei.

Per i primi dieci anni abbiamo vissuto in un “tenement” con altri immigrati per lo più italiani. Cinque persone in tre stanze piccole. Ogni appartamento aveva un WC, ma le docce erano in comune al primo piano. Mio padre, che in Calabria era stato un abile sarto, ora lavorava a cottimo su colletti e maniche in una fabbrica di abbigliamento, non molto diversa da una catena di montaggio che produce automobili. Prima realizzava abiti da uomo dall’inizio alla fine. Poi, è diventato come un ritrattista che non dipingeva più un ritratto completo ma solo gli occhi, qualcun altro dipingeva il naso, qualcun altro la bocca, qualcun altro i capelli. Mia madre desiderava tornare in Calabria e stavamo per farlo, ma mia sorella si ammalò gravemente. In seguito mia madre trovò un lavoro e le cose cominciarono a migliorare.

LEGGI QUI LA VERSIONE ON LINE DEL VOLUME 

Siamo rimasti e ciò fece la differenza. Ora ho 67 anni e vivo a Roma. Ho viaggiato in tutto il mondo come giornalista. Gran parte di questi viaggi li ho fatti con gli ultimi tre papi. Ma, inevitabilmente, ho un debole per la mia terra natale e torno quando posso. Non c’è dubbio che i calabresi oggi vivono molto meglio rispetto al 1958. Ma, come leggerete in questi racconti di monsignor Luigi Ginami ed Enzo Romeo, molte cose non sono cambiate. Come scrive Enzo, Nicola Gratteri è diventato “l’uomo copertina della Calabria” Non ho mai incontrato Gratteri, ma credo di avere ragione nel pensare che egli sarebbe più felice se qualcun altro, o qualcos’altro, fosse diventato “copertina della Calabria”. Forse un poeta, uno scrittore, un pittore, un regista o un industriale.

Sono certo che lui, come tanti altri calabresi, in patria e nel mondo, sia stanco di sentir parlare della “voglia di riscatto di tanti calabresi onesti”. Il riscatto è diventato un Messia che non arriva mai. La causa di ciò risiede in una serie di ragioni sociali, politiche ed economiche che non so spiegare altrettanto bene come Nicola Gratteri, Luigi Ginami ed Enzo Romeo. Lascio quindi a loro il compito di farlo in quest’ultimo numero di #VoltiDiSperanza dedicato alla Calabria. Lo capirete dalle parole di Nicola Gratteri e del cardiologo, il professor Franco Romeo, due persone di alto profilo. Ma lo sentirete anche incarnato nelle parole di Celeste Logiacco, sindacalista di Gioia Tauro, e di Filippo Cogliandro, il ristoratore di Reggio Calabria. Tutti dimostrano che la speranza è ancora lì. Proprio come lo era nel 1958.

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