Non è sempre festa nemmeno per l’Atalanta di Gasperini, che dopo quattordici risultati ultimi consecutivi ritrova il sapore della sconfitta. Lo fa in uno scontro diretto che rende ancor più difficile da digerire il ko, contro la Lazio battuta quattro giorni prima nel quarto di finale di Coppa Italia.
Mercoledì s’era vista tutta un’altra Atalanta. Più viva, più pericolosa, più concreta.
Quella di domenica, invece, è stata solo lontana parente della vera Dea. Merito anche di Simone Inzaghi e della sua Lazio, che hanno saputo incastrare i vari Zapata, Ilicic e Miranchuk con costanti raddoppi di marcatura che li hanno resi docili come non li avevamo mai visti prima. E colpa anche delle assenze, pesantissime, di Gosens, Hateboer e Romero, tre titolarissimi dai quali la miglior Atalanta non può prescindere.
I capitolini hanno comunque vinto con merito. E già nel primo tempo, correndo praticamente zero rischi, sono passati in vantaggio con un gran gol di Marusic (dopo nemmeno 3′) e hanno colpito un palo clamoroso con Milinkovic-Savic al 30′ (con deviazione miracolosa di Gollini).
Nella ripresa il Gasp ha provato la giocata di prestigio togliendo un esterno (Ruggeri) e schierando la difesa a quattro con una trequarti più popolata grazie all’ingresso di Malinovskyi. Ma è cambiato poco. E al 51′ Correa ha raddoppiato.

Sono entrati anche Muriel e Pasalic (al rientro dopo più di due mesi, fermato dalla pubalgia) e la partita è stata riaperta proprio dal croato al 79′, con un tap-in a porta vuota dopo un palo colpito proprio da Muriel.
Ma, come detto, non è sempre festa. E 2′ dopo Muriqi ha richiuso tutti i discorsi, con un tocco facile facile su assist di Pereira.
Per l’Atalanta la sconfitta mancava addirittura da due mesi esatti, quattordici partite fa: era successo ancora al Gewiss Stadium, il 29 novembre 2020, contro il Verona.
Mercoledì sera si torna in campo, al Diego Armando Maradona. C’è la semifinale d’andata di Coppa Italia col Napoli.
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