Sei casi già individuati e isolati di variante inglese e due possibili casi di variante brasiliana per i quali si attende il responso da parte del San Matteo di Pavia: l’Ats di Bergamo tiene alta la guardia sulla diffusione del Covid nella nostra provincia e, grazie alla collaborazione con i cosiddetti laboratori di secondo livello, è stata in grado di intercettare anche persone portatrici delle varianti.
Ma cosa si intende quando si parla di “variante” del Covid?
A spiegarlo è Lucia Antonioli, direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats Bergamo: “Semplificando, è il codice genetico del virus, l’Rna, che ha subito delle modifiche. Esattamente come per il Dna umano, l’Rna di un virus contiene le sue caratteristiche e ogni modifica ne cambia le capacità di espressione. Più un virus circola e più alta è la possibilità che muti: prevalenza più alta, più infettati e più passaggi da un soggetto all’altro. Sono tantissime le modifiche possibili”.
Al momento sono state isolate varianti inglese, brasiliana, giapponese e sudafricana: solo della prima, al momento, c’è la certezza di una presenza nella Bergamasca perchè a quattro casi già noti, se ne sono aggiunti altri due nella giornata di giovedì 28 gennaio.
“Le varianti rendono il virus più infettante, si diffonde più velocemente – continua la dottoressa Antonioli – Attenzione: non sono più aggressive, ma una maggiore capacità di contagio dovuta alla modifica del suo codice genetico. I due casi di variante inglese rilevati giovedì non sono in soggetti che hanno una storia di viaggio o contatti diretti con qualcuno di ritorno dalla Gran Bretagna: ciò significa che potremmo già essere al punto che la diffusione è indipendente dai viaggi, che già stia circolando”.
Da quando il ministero ha emesso l’ordinanza che stoppava i viaggia dal Brasile, ad Ats Bergamo sono iniziate ad arrivare le notifiche di rientro da parte dei viaggiatori: un obbligo per tutti coloro che sono transitati da Paesi a rischio nei quattordici giorni precedenti.
“Abbiamo recuperato tutte le segnalazioni di chi è rientrato dal Brasile dal 2 al 16 gennaio – sottolinea Antonioli – Una volta intercettati li abbiamo fatti sottoporre a tampone: tra i positivi sono emersi due casi con determinate caratteristiche che abbiamo inviato subito al San Matteo di Pavia per la tipizzazione: ora siamo in attesa di risposta. Altri tre viaggiatori giovedì mattina sono stati testati, ma di loro ancora non abbiamo il primo esito”.
Una volta analizzato il tampone, infatti, qualora emerga una positività al Covid con alcune anomalie riferibili in particolare al gene S, lo stesso campione viene sottoposto ad analisi di sequenza, unica procedura che può evidenziare le modifiche genetiche tipiche delle varianti.
“I due positivi sui quali attendiamo notizie non hanno viaggiato dal Brasile – spiega la direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats Bergamo – Uno era stato in contatto con una persona rientrata, l’altro si era sottoposto a tampone prima di una visita medica. Il laboratorio ha notato subito l’anomalia, ma non ne conosce la ragione: per questo i campioni vengono mandati ai laboratori di secondo livello per la genotipizzazione”.
A preoccupare alcuni scienziati, ora, è l’effettiva efficacia del vaccino contro queste varianti del Covid: “Per quanto ne sappiamo ora, da fonti ministeriali, non c’è evidenza di resistenze al vaccino della variante inglese – conclude Antonioli – Ma la situazione è fluida, in continua evoluzione: pensiamo al fatto che fino a 10 giorni fa cercavamo le varianti tra i viaggiatori, mentre oggi la si cerca in tutti i tamponati. Tutti i positivi, con variante o meno, ad ogni modo vanno trattati alla stessa maniera: messi in isolamento, ricostruiti i contatti”.
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