Rom, asociali, omosessuali e prigionieri politici: nei lager nazisti venivano “marchiati” con dei triangoli colorati anche categorie sociali ed etniche.
Oltre alla più nota stella gialla a sei punte che identificava gli ebrei, un triangolo di colore marrone indicava i rom e sinti mentre ai Testimoni di Geova era destinato il viola. Un triangolo nero per coloro che erano considerati asociali, rosa per gli omosessuali, rosso per i prigionieri politici, blu per gli emigranti e verde per i delinquenti comuni. Tutti triangoli d’odio.
Oltre agli ebrei, principali bersagli delle persecuzioni sistematiche e dello sterminio di massa, il regime nazista perseguitò per motivi ideologici diversi gruppi, identificati da un numero e da contrassegni colorati cuciti sulle casacche. Una sorta di folle sistema semiologico di identificazione della persona.
Il comune di Curno con l’installazione artistica “i colori del campo“, posizionata in piazza Papa Giovanni XXIII fino a mercoledì 27 gennaio, vuole ricordare tutte le vittime dell’olocausto. L’opera celebra la giornata della memoria e un massacro folle e senza senso con i palloncini colorati che simboleggiano le differenti categorie di internati, circondati da un filo spinato e, sullo sfondo, il legno che ricorda le baracche fatiscenti dei prigionieri. Mercoledì 27 gennaio i palloncini verrano liberati al cielo dal sindaco Luisa Gamba e dai consiglieri comunali.
“I colori -si legge sul cartello a fianco dell’installazione- venivano assegnati insieme al numero di matricola al momento della registrazione all’ingresso del campo e attribuiti generalmente in base al motivo dell’arresto. I simboli erano in stoffa e affibbiati sulla divisa, sulla casacca e sui pantaloni. I criteri per l’identificazione degli internati variavano però a seconda dei luoghi di detenzione e del trascorrere del tempo. L’assegnazione di un prigioniero ad una categoria dipendeva in ogni caso dall’arbitrio della Gestapo, la polizia segreta della Germania nazista. Le suddivisioni si confusero e persero poi di valore con l’aumentare dei deportati da molti paesi, e con il progressivo sgretolamento del Terzo Reich”. E sotto la spiegazione dei diversi contrassegni colorati.
Il Comune di Curno ricorda che l’Olocausto, come scrisse Primo Levi, è “una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”.
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