La costruzione delle Mura Venete ha lasciato parecchie ferite all’intero dell’abitato di Città Alta.
Centinaia di edifici furono infatti distrutti per lasciare spazio alla nuova struttura difensiva, fra essi diversi spazi sacri, dalla Cattedrale di Sant’Alessandro al monastero di San Domenico.
Il ricordo degli antichi stabili è rimasto vivo nei secoli in alcuni simboli come la colonna di San Lorenzo.
Eretto nel 1627 in memoria dell’omonima chiesa demolita, il monumento venne benedetto dal vescovo Agostino Priuli oltre ad esser utilizzato come riferimento per il calcolo delle distanze lungo la Strada Priula.
Costituito da uno stretto basamento parallelepipedo alto circa un metro e da un capitello liscio con un ferro portastendardo, il pilastro è decorato da uno scudo gigliato e da un cartiglio ormai vuoto.
L’iscrizione venne infatti cancellata durante l’occupazione francese come avvenuto per gran parte delle scritte veneziane presenti in città.
Nonostante il drastico intervento attuato dalle autorità transalpine, il testo del cartiglio venne conservato all’interno della Biblioteca Civica “Angelo Mai”, salvaguardando così un pezzo di storia del capoluogo.
Fonti
Arnaldo Gualandris; Monumenti e colonne di Bergamo; Bergamo; Circolo culturale G. Greppi, 1976
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