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Botta e risposta

Dati lombardi errati, Fontana respinge le accuse e pensa alla scuola e ai trasporti

Il numero uno del Pirellone replica all'Istituto Superiore di Sanità e spiega di aver già attivato le procedure affinchè il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture.

“Un’ottima notizia. Viene confermato quello che da tempo sosteniamo, ovvero che i dati della Lombardia erano tali da collocare la nostra regione in zona arancione. E, in tal senso, la sola presentazione del ricorso al Tar del Lazio contro decisioni inique tutte romane ha contribuito a raggiungere il risultato auspicato”.

Lo dice il presidente della Regione, Attilio Fontana, commentando la decisione giunta da Roma di riposizionare la Lombardia in zona arancione.

Il numero uno del Pirellone respinge anche le accuse arrivate nelle ultime ore, in merito alle responsabilità riguardo quell’errore di calcolo: “Ai professionisti della mistificazione della verità, ribadisco ancora una volta che i ‘dati richiesti’ alla Lombardia sono sempre stati forniti con puntualità e secondo i parametri standard. Semmai qualcuno a Roma dovrebbe chiedersi come mai Regione Lombardia abbia dovuto segnalare il ‘mal funzionamento’ dell’algoritmo che determina l’Rt dell’ISS. Chi, invece, sostiene il contrario lo deve dimostrare con atti concreti e non manipolando la realtà a uso propagandistico”.

Una situazione sulla quale la relazione dell’Istituto superiore di sanità era stato netto nella giornata di venerdì, sottolineando come la Lombardia il 20 gennaio avesse inviato l’aggiornamento del suo database nel quale veniva rettificato il dato relativo alla settimana 4-10 gennaio, vale a dire quello fondamentale per la successiva decisione della zona rossa.

Rettifica che riguardava “il numero di casi in viene riportata una ‘data di inizio sintomi’ […] per cui viene data una indicazione di stato clinico laddove prima era assente”.

Un cambiamento che ha ridotto in modo sostanziale il numero dei casi presi in esame per il calcolo dell’Rt.

“I dati forniti dalla Lombardia – aveva concluso l’ISS – cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Alla luce della rettifica si rende necessaria una rivalutazione”.

Il passo indietro verso l’arancione, comunque, ha messo in moto tutta la macchina organizzativa regionale, in riferimento soprattutto alla ormai imminente apertura delle scuole di lunedì 25 gennaio: “Riprenderanno la propria attività in presenza – conferma Fontana – Quelle secondarie di secondo grado potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l’organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture”.

E la Regione ha già attivato le procedure affinchè il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture: “Abbiamo già contattato le agenzie del Trasporto Pubblico Locale per sollecitarle alla rapida attuazione dei Piani Operativi adottati in esito ai tavoli di coordinamento prefettizi per riportare gli studenti a Scuola – sottolinea Fabrizio Sala, assessore all’Istruzione, Università, Ricerca, Digitalizzazione e Semplificazione di Regione Lombardia – Abbiamo anche sentito l’Ufficio Scolastico Regionale per comunicare che saremo pronti alla riapertura delle Scuole nel rispetto dell’Autonomia scolastica e dei tempi necessari ai dirigenti scolastici a riconvertire l’organizzazione didattica. Siamo consapevoli che la Scuola è anche il momento dell’incontro e del confronto dei nostri giovani. Siamo quindi convinti che le lezioni debbano riprendere in presenza secondo i parametri definiti nel vigente DPCM che prevede almeno il 50% degli studenti in presenza”.

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