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La protesta

Stop alla produzione di bibite in vetro a Ruspino: altro sciopero alla Sanpellegrino

L'azienda: "Cassa integrazione interessa un massimo di 20 persone che lavorano sulle linee vetro. Increduli e rammaricati davanti ad un investimento di 50 milioni di euro". La posizione di Lega e Pd

Si sono fermate anche venerdì 22 gennaio le linee del sito di Ruspino della Sanpellegrino spa, così come era successo anche mercoledì: è la protesta dei lavoratori, contrari allo spostamento delle linee che producono Sanbitter e bibite in vetro.

Non trova, infatti, soluzione il confronto con l’azienda che interessa il sito bergamasco della Sanpellegrino Spa dopo l’annuncio della volontà di completare entro l’anno 2021 il suo progetto di investimento che prevede però di cessare la produzione a Bergamo delle bibite in vetro e degli aperitivi fino ad ora prodotti.

I lavoratori con la RSU e le organizzazioni sindacali territoriali Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil di Bergamo hanno chiesto all’azienda di rivedere la decisione di spostare le linee in questione e di sostenere tutti gli investimenti che mantengano la diversificazione delle produzioni in essere all’interno dello stabilimento di Ruspino.

“L’azienda prevede l’inserimento di una nuova linea per le lattine da inizio 2022, da affiancare a quella esistente e prevedere gli spazi per un ulteriore investimento dal 2024 di una nuova linea di PET. Ma le produzioni interessate al possibile trasferimento, sono attività produttive storiche che hanno segnato la nascita e accompagnato nella storia lo sviluppo del sito bergamasco – commentano Gianluigi Bramaschi di Fai-Cisl, Valentino Rottigni di Flai-Cgil e Rossella Valente di Uila-Uil di Bergamo – Anche in questi mesi difficili che abbiamo attraversato a causa della pandemia, queste produzioni hanno contribuito in modo determinante a tutelare attività produttiva e occupazione, vista la trasformazione imposta dalle chiusure delle attività commerciali che hanno sensibilmente influito sui volumi delle produzioni in vetro. A fine dicembre si era svolta una prima mobilitazione dei lavoratori che aveva fermato la produzione, protesta a cui erano seguiti incontri di approfondimento tra azienda, RSU e organizzazioni sindacali. Ad oggi però non è stato possibile individuare soluzioni alternative e si è quindi arrivati a continuare con la mobilitazione. Riteniamo importante trovare gli spazi per mantenere aperto il confronto con l’azienda per individuare le possibili soluzioni capaci di assicurare le necessarie garanzie, sia produttive che occupazionali per il futuro dello stabilimento bergamasco, dell’indotto di settore e le ricadute sul tessuto economico, produttivo e occupazionale di tutta la valle”.

Giovedì l’azienda ha annunciato l’apertura di un procedimento di Cassa integrazione per tutti i 448 dipendenti: RSU e sindacati ne discuteranno in assemblea con i lavoratori la prossima settimana.

ALEX GALIZZI, LEGA: SI FACCIA CHIAREZZA

Proprio giovedì Alex Galizzi, consigliere regionale della Lega, aveva annunciato di aver chiesto ufficialmente di portare in audizione nella IV Commissione Attività Produttive, Istruzione, Formazione e Occupazione di Regione Lombardia il caso della Sanpellegrino, “per fare chiarezza e seguire da vicino la situazione della storica azienda bergamasca, celebre in tutto il mondo per l’alto livello dei suoi prodotti. L’incertezza legata al futuro della linea bibite sta creando apprensione tra i lavoratori, sia quelli diretti dell’azienda che gli occupati nell’indotto, e chiaramente alle loro famiglie. Tutelare una realtà importante come la Sanpellegrino e, quindi, i livelli occupazionali del nostro territorio rappresenta una priorità per Regione Lombardia”.

PD: “SALVAGUARDARE LAVORATORI E FAMIGLIE”

Il Partito Democratico di Bergamo esprime vicinanza ai dipendenti della San Pellegrino Spa che, a seguito dei recenti annunci, chiedono maggiore chiarezza sul loro futuro lavorativo e sui piani di investimento dell’azienda.

“La società San Pellegrino per il territorio bergamasco rappresenta un esempio di storia e di tessuto produttivo importante – dice il segretario provinciale Davide Casatie per questo riteniamo necessario e prioritario che venga prontamente avviato un dialogo chiaro e costruttivo, basato sul confronto e la condivisione”.

“Occorre un’alleanza istituzionale e territoriale – prosegue Stefano Rossi, referente Lavoro della segreteria provinciale – all’interno della quale ciascun soggetto – ovviamente nell’ambito dei limiti delle proprie competenze – si faccia costruttore di proposte e soluzioni volte al fine di salvaguardare i lavoratori della San Pellegrino e la capacità produttiva di un gruppo industriale impegnato in differenti ambiti produttivi a livello nazionale”.

Il Partito Democratico di Bergamo si impegna a sollecitare nelle sedi deputate tutte le soluzioni possibili e condivise a tutela dei lavoratori e dello sviluppo aziendale.

L’ONOREVOLE CARNEVALI: “LA REGIONE VERIFICHI”

“L’azienda San Pellegrino è un patrimonio bergamasco e italiano su scala internazionale. Regione Lombardia ha l’obbligo di verificare se la sospensione della produzione delle bibite in vetro presso la sede di Bergamo e la messa in cassa integrazione dei dipendenti rappresenti un evento transitorio dovuto alla riduzione di attività economica a causa della pandemia – dichiara l’Onorevole Elena Carnevali, capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati – Se invece fossero precise scelte strategiche questo determinerebbe serie incertezze sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori. Oltre alle gravi conseguenze occupazionali sarebbero inoltre critici i riflessi sull’indotto bergamasco e lombardo”.

SANPELLEGRINO: “RAMMARICATI E INCREDULI, INVESTIMENTO DA 50 MILIONI DI EURO”

“Siamo rammaricati e increduli per le reazioni negative che registriamo nel territorio rispetto a un piano di investimenti, accolto con favore dal sindacato a livello nazionale, e che punta a incrementare le produzioni e l’occupazione dello stabilimento di San Pellegrino Terme, anche in considerazione del momento delicato e di non facile congiuntura economica, per il nostro Paese – si legge in una nota dell’azienda diramata nella serata di venerdì 22 gennaio -. Stiamo investendo su un segmento, quello delle acque minerali e dei prodotti a base di acqua, in forte crescita in tutto il mondo, che ci garantirà ulteriori sviluppi anche in futuro, a differenza del comparto delle bibite tradizionali zuccherate che sta soffrendo e sta registrando trend negativi da anni. Con questo investimento, del valore di 50 milioni di euro, abbiamo deciso di installare due nuove linee produttive nello stabilimento di San Pellegrino Terme, per assicurare un adeguato sostegno alla crescente domanda dell’acqua S.Pellegrino, apprezzata in oltre 150 paesi nel mondo, e di Essenza, l’acqua aromatizzata che sta diventano la regina del trend del bere buono e salutare in rapida crescita. Solo negli Stati Uniti, la nostra San Pellegrino Essenza è arrivata, a soli 2 anni dal lancio, a vendere 150 milioni di pezzi tra bottiglie e lattine”.

“Per realizzare questo piano – prosegue la nota – che incrementerà di oltre il 20% la capacità produttiva dello stabilimento di San Pellegrino Terme – tenendo conto dei vincoli logistici e dell’esigenza di lavorare sempre con la massima sicurezza – è necessario rimuovere le linee che producono bibite in vetro, attualmente sotto utilizzate a causa della riduzione della domanda di mercato. Il piano di sviluppo punta quindi a consolidare la competitività dello stabilimento concentrando le produzioni sul core business dell’acqua minerale e dei prodotti a base di acqua, per assicurare un adeguato sostegno alla domanda di un mercato in costante crescita, a differenza di quello delle bibite tradizionali zuccherate, che negli ultimi anni sta continuando a perdere volumi. Sanpellegrino limiterà lo strumento della cassa integrazione a un massimo di 20 persone che lavorano sulle linee vetro, rispetto ai 448 dipendenti dello stabilimento di San Pellegrino Terme. Si tratta di una situazione temporanea, legata al calo dei volumi del fuori casa per l’emergenza Covid-19, che avrà una durata dal 1° febbraio al 31 marzo nel rispetto di quanto previsto dal governo. Confidando in una logica di interesse comune ci auguriamo che la situazione si risolva al più presto”.

 

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