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L'intervento

Gori: “Urgente il vaccino in carcere, ma Arcuri non risponde”

La sollecitazione del sindaco di Bergamo al mondo della politica a fronte dell'emergenza Covid nelle carceri italiane (e di Bergamo) durante la trasmissione di Radio Radicale

L’emergenza Covid nelle carceri italiane non accenna ad arrestarsi.

Di questo si è parlato nella puntata di Radio Radicale della serata di martedì 19 gennaio 2021 che ha avuto tra gli ospiti anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori dopo che il 13 gennaio ha inviato una lettera al commissario straordinario Domenico Arcuri (firmata anche dalla direttrice del carcere di Bergamo Teresa Mazzotta e la Garante dei diritti dei detenuti di Bergamo Valentina Lanfranchi) dedicata ai detenuti e al personale penitenziario.

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La lettera
Gori scrive ad Arcuri: “Vaccinare con urgenza i detenuti e il personale penitenziario”

Nella lettera la richiesta di includere con urgenza i detenuti e il personale carcerario, al momento ancora esclusi, nella lista dei destinatari di vaccino covid19.

Ma ancora nessuna risposta è arrivata da Arcuri, come ha raccontato il sindaco di Bergamo a Radio Radicale.

Eppure, l’emergenza c’è eccome nelle case circondariali italiane. Come riportato dalla trasmissione radiofonica, “se è vero che negli ultimi giorni di dicembre e nei primi gennaio abbiamo assistito ad un graduale calo di contagi passando da 1800 positivi a 1260 tra detenuti, agenti e personale amministrativo, tuttavia, dopo la prima settimana di gennaio il dato ha ricominciato a crescere di nuovo. In base agli ultimi dati del 14 gennaio si conta 718 positivi, 640 agenti e 61 operatori contagiati, per un totale di 1419 risultate positivi nelle carceri italiane“.

A preoccupare, in particolare, sono i carceri lombardi dove si contano “oltre 200 detenuti positivi”. Secondo le ultime rilevazioni del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (dati aggiornati alle 20 dell’8 gennaio scorso), in particolare, all’interno del carcere di Bergamo ci sono 25 detenuti positivi al Covid asintomatici e un altro in ospedale. Anche se, ascoltando le famiglie dei detenuti nella casa circondariale bergamasca, i positivi risultano essere molti di più. E, attualmente, nel carcere di Bergamo continuano ad essere sospese in presenza tutte le attività esterne (come scuola e laboratori creativi).

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La risposta
“In carcere a Bergamo 25 contagiati? Dal ministero dati falsi, sono molti di più…”

“É ovvio che è auspicabile un piano vaccinale funzionante per tutti i cittadini, ma la lettera ha lo scopo di puntare l’attenzione verso una categoria che non è mai entrata a fare parte del dibattito pubblico attorno alle priorità della somministrazione del vaccino. Si è discusso degli insegnati, degli operatori sanitari, dei poliziotti, ma i detenuti e il personale penitenziario fanno fatica ad entrare in un dibattito. Eppure urla di essere ascoltato”, ha raccontato Gori a Radio Radicale.

Le carceri, infatti, sono luoghi chiusi, promiscui, insalubri, dove mancano fisicamente gli spazi per isolare i casi positivi e dove, perciò, è quasi impossibile arginare del tutto il virus. Un discorso che si innesta nell’annosa questione del sovraffollamento nelle carceri italiane: solo nella casa circondariale di Bergamo risultano esserci 489 detenuti a fronte di 315 posti disponibili, come riporta il sito del Ministero della Giustizia.

“Anche se il ministro Bonafede e il premier Conte continuano a dire che la situazione nelle carceri è sotto controllo così non è. Ed è urgente che la politica se ne occupi. Il carcere, anche se può sembrare un’oasi anti Covid essendo un luogo chiuso, così non è e non si può continuare ad ignorarlo, ma è necessario intervenire curando e prevenendo”, ha concluso Gori.

Una richiesta che aveva già fatto la senatrice a vita Liliana Segre, con un’ interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Giustizia, chiedendo che tra le persone con precedenza per il vaccino venissero inseriti anche i carcerati. E che è stata discussa anche al Consiglio regionale della Lombardia con un ordine del giorno promosso dal gruppo +Europa Radicali e da Azione.

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