“Claudio era davanti a me pochi metri, quando siamo stati travolti da una slavina. È stato trascinato a valle, in mezzo alla neve per 350 metri. Io sono finito contro un albero e poi trascinato ancora a valle, ma sono riuscito a far emergere la testa e a dare l’allarme. Sto vivendo un incubo da mercoledì, queste piccole cose, come la speranza di far qualcosa per la sua famiglia mi rendono un po’ più sereno”.
La voce è ferma, ci sono alcune pause, ma Luca Cornago l’amico che era con Claudio Rossi, 42 anni della Ghiaie di Bonate, operatore della centrale operativa del 118, quando mercoledì 13 gennaio è stato travolto e ucciso da una valanga a Brumano, in Valle Imagna (leggi qui).
“Claudio, oltre ad un amico fraterno, era un infermiere del 118 Areu di Bergamo. Era molto stimato per la sua professionalità. Personalmente posso dire che era una persona piacevolissima, interessata al suo lavoro ma non solo, soprattutto alle persone che ha aiutato e soccorso, un ragazzo sportivo da sempre e appassionato di montagna” prosegue Luca. “Con alcuni amici Cristian Salaroli, Marco Ghidini, Paolo Scotti, Francesco Borgonovo abbiamo deciso di attivare una raccolta fondi per aiutare la moglie di Claudio, Ivana, e i suoi due figli: Martina e Pietro.
“Per l’ottimo amico che è stato per molti, per l’importanza dei ruoli che ha deciso di ricoprire come soccorritore e infermiere di emergenza, per la sua gentilezza e la sua personalità, avremmo deciso che tutto quello in più che riusciremo a raccogliere verrà donato alla famiglia. Per questo motivo, ogni (seppur piccolo) contributo che riuscirete a dare sarà prezioso. Grazie”.
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