Contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus: sono questi i quattro parametri che il vice presidente e neo assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti avrebbe chiesto di tenere in considerazione per la ripartizione dei vaccini anti-Covid, con una lettera al commissario Domenico Arcuri.
E’ quanto filtra dalla riunione di Moratti con i capigruppo, secondo fonti di maggioranza e opposizione. “La vicepresidente Moratti sulla distribuzione dei vaccini ha chiesto una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri”, ha spiegato il presidente della Regione Attilio Fontana in conferenza stampa.
Il riferimento al Pil non è legato al concetto di “ricchezza”, bensì alla richiesta di una “accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese”. Precisano dall’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia.
“Il concetto – spiegano dall’assessorato – non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche” ma “se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese”.
“Un’idea del tutto inaccettabile”, ha commentato con un post su Facebook il vice ministro all’Economia Antonio Misiani: “Se il buon giorno si vede dal mattino, la neo assessora lombarda alla sanità Letizia Moratti è partita col piede decisamente sbagliato.
La proposta di ripartire i vaccini in base al PIL di ciascuna regione – privilegiando quelle più ricche a discapito di quelle più povere – è un’assurdità.
La regione Lombardia farebbe meglio a evitare queste sciocchezze, impegnandosi a somministrare rapidamente i vaccini che le sono stati assegnati.
La “ricca” Lombardia è infatti ancora indietro rispetto a regioni che hanno un PIL per abitante inferiore ma sistemi sanitari che, evidentemente, funzionano meglio del tanto sbandierato “modello lombardo””.
Scettica anche la deputata bergamasca Elena Carnevali: “Leggo di strane associazioni tra Pil e vaccini, tra la possibilità di ricevere vaccini contro il Covid in base alla capacità di produrre ricchezza. Spero siano solo indiscrezioni mal interpretate che filtrano dall’assessorato della sanità di Regione Lombardia.
In caso contrario voglio dirlo in maniera netta: il vaccino è un bene comune, un bene di tutti, e in nessun modo può essere regolato da leggi di mercato o distribuito sulla base del Pil. La tutela della salute, il diritto all’accesso alla più grande azione di sanità pubblica o è di tutti oppure non è. Sarebbe miope, improvvido e sconsiderato anche solo pensare che si possa distribuire sulla base della ricchezza di una regione”.
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