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La startup sociale

Io, Alessandro, e quella speciale sedia a rotelle che mi ha migliorato la vita

La “bergamasca” AL&CO, è altamente tecnologica e permette alla persona disabile gesti quotidiani prima impensabili

Era un freddo pomeriggio di gennaio 2018 quando mio cognato Riccardo, suo fratello Massimo e il suo amico di vecchia data Marco diedero inizio alla splendida storia di TriMaTech Wheelchairs Innovation, startup innovativa a vocazione sociale con lo scopo di progettare la sedia a rotelle del futuro.

L’ispiratore di questa bellissima realtà sono io, Alessandro Brena, ragazzo bergamasco affetto da tetraparesi spastica dalla nascita e quindi con una ridottissima capacità motoria.

Ho sempre preso la vita con entusiasmo, cercando di cogliere il positivo in ogni giorno. Tuttavia, nella mia quotidianità vi sono delle difficoltà pratiche che non possono essere eluse, ed è proprio qui che il progetto innovativo, punta a migliorare sensibilmente la qualità della mia vita. Avete mai provato a riflettere sullo sforzo che i miei genitori devono sostenere quando mi devono banalmente portare in bagno? La nuova sedia a rotelle di TriMaTech, AL&CO, si pone l’obiettivo di facilitare alcuni gesti quotidiani a chi come me ha queste difficoltà, e soprattutto di aiutare i caregiver che ogni giorno assistono persone con difficoltà motorie.

AL&CO è una carrozzina elettrica altamente tecnologica la cui caratteristica principale, oltre alle comuni funzionalità delle carrozzine attualmente sul mercato, è quella di permettere alla persona disabile di utilizzare i sanitari in autonomia, senza dover scendere dalla sedia a rotelle stessa. Inoltre, la carrozzina si solleva così che l’utilizzatore possa interagire in contesti sociali allo stesso livello di chi sta in piedi, o raggiungere oggetti nei punti più alti.

Al di là dell’aspetto tecnico ed ingegneristico, la nuova sedia a rotelle mi ha permesso di scoprire nuove attività aggregative, quali ad esempio il baskin. Il baskin è uno sport nato di recente, molto simile al basket, che punta all’ inclusione attraverso il gioco tra persone normotodate e disabili. Grazie alla startup ho scoperto inoltre Expo Sanità, la fiera nazionale degli ausili di Bologna, molto istruttiva per farsi una panoramica su tutto ciò che riguarda la disabilità con un focus particolare sull’innovazione.

Da maggio 2018 gestisco i canali social della startup, dove posso mettere in pratica quanto appreso durante i miei studi universitari in Scienze della Comunicazione all’Università di Bergamo, anche se generalmente non mi piace mettermi in mostra. Con il tempo ho capito come si fa a gestire una pagina social, anche se ho ancora molto da imparare.

Riccardo Tripepi, il fondatore della startup, racconta come il progetto di TriMatech parta da lontano, in particolar modo dalla vincita, nel 2017, di StartCup Bergamo, competizione per giovani imprenditori nell’ambito dell’università di Bergamo. Lui racconta, come, curiosamente, prima della nascita di Trimatech non avesse la minima consapevolezza di cosa fosse la disabilità e ribadisce come l’incontro con me sia stato fondamentale per la gestione della startup. Mio cognato, fin dall’inizio del progetto, ha preso molto a cuore la questione del sostegno ai caregiver, i quali ogni giorno devono misurarsi con molte difficoltà per assistere la persona con disabilità. Inoltre, Riccardo ricorda come, nonostante alcuni momenti di difficoltà, non si sia mai pentito di aver intrapreso questa bellissima avventura. Tutti gli sforzi stanno già dando frutti, poiché l’idea ha persino catturato l’attenzione di un investitore americano.

Anche Marco Magri, inizialmente investitore e ora gestore degli affari commerciali della startup, è molto soddisfatto della sua esperienza e racconta come il primo approccio con TriMaTech l’abbia avuto in Polonia tra un bicchiere di vodka e l’altro al matrimonio di un suo amico, a cui era presente anche Riccardo. Marco ha sempre avuto una forte inclinazione per le imprese a vocazione sociale, quindi vodka o no, appena gli si è presentata l’opportunità ha accettato con molto entusiasmo.

Marco ha sicuramente instaurato un bellissimo rapporto anche con me, insegnandomi molte cose sul mondo digital, sebbene anch’egli sia un neofita di questo campo, abbinando serietà alla la sua pungente ironia, utile a sdrammatizzare anche i momenti più critici. Il nostro socio si augura, come tutti noi, che AL&CO porti soprattutto una maggiore autonomia nei suoi utilizzatori. Ci tiene a sottolineare anche la qualità del mio lavoro come curatore digital della pagina Facebook della startup, migliorata molto anche grazie all’aiuto di Sofia Brizio, giornalista e editor italiana operativa in Galles e, ultimamente, anche nostra valida collaboratrice.

Massimo, fratello di Riccardo e altro socio fondatore della startup, non nasconde la propria soddisfazione di lavorare per una realtà così ben organizzata e dalle idee molto chiare. Anche dalle parole di Massimo traspare come il fine ultimo di TriMaTech sia quello di perseguire la soddisfazione degli utenti. A livello personale, Massimo sottolinea come questa esperienza gli abbia permesso di approfondire ambiti diversi del settore ingegneristico, quali ad esempio l’ingegneria meccanica ed elettronica. Preso dall’entusiasmo, l’ingegnere ci ha voluto rivelare una caratteristica relativa all’apertura del sedile di AL&CO, che avviene tramite una botola per permettere il posizionamento dell’utente sui sanitari in piena autonomia.

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