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Bergamo

Il Tar dà ragione alla Carrara sul ricorso di Valagussa per il Mantegna fotogallery

Gianpietro Bonaldi, responsabile operativo della Carrara: “Guardiamo avanti, c’è molto lavoro da fare”

Il Tar di Brescia martedì 12 gennaio ha deciso che Giovanni Valagussa, conservatore dell’Accademia Carrara, ha sbagliato a rivolgersi al Tar con il ricorso contro il premio di 5mila euro assegnatogli dalla Carrara per l’attribuzione della tavola “Resurrezione di Cristo”, databile 1492-1493 circa, ad Andrea Mantegna.

Si chiude così un capitolo poco brillante della vicenda che portò agli onori della cronaca dell’arte in tutto il mondo il ritrovamento della metà inferiore dell’opera la “Discesa di Cristo al limbo”, conservata a Princeton nella collezione di Barbara Piasecka Johnson, che venne battuta all’asta nel 2003 per la cifra record di 25 milioni di dollari.

Era il 22 maggio 2018 quando a Bergamo venne annunciato che la parte inferiore di quella celebre opera del Mantegna si trovava all’Accademia Carrara. A riattribuirla al genio veneziano – il dipinto entrò nelle collezioni del museo nel 1866 come opera di Mantegna ma venne successivo attribuito in modo diverso – era stato proprio il conservatore Giovanni Valagussa mentre stava terminando il Catalogo Completo dei Dipinti Italiani del Trecento e Quattrocento dell’Accademia di Carrara. Una pubblicazione che presentava 110 schede per 110 dipinti dal 1300 al 1500.

La gioia e il clamore dell’attribuzione spinse il 17 luglio dello stesso anno il Consiglio di amministrazione della Fondazione Accademia Carrara ad assegnare al conservatore un premio di 5 mila euro netti. Valagussa giudicò quella cifra inappropriata e decise di fare ricorso al Tar di Brescia. Nel ricorso presentato da Valagussa veniva sottolineato che il ritrovamento di quella tavola del Mantegna aveva dato una rilevanza mediatica senza precedenti all’Accademia Carrara affermando anche che quel premio non sarebbe stato nemmeno adeguato per coprire gli straordinari fatti per arrivare a quell’attribuzione.

Il 12 gennaio 2021 il Tar di Brescia si è pronunciato pubblicando la sentenza del 22 dicembre scorso che rigetta il ricorso del conservatore.

In particolare, la sentenza riassume come la decisione presa dalla Carrara, di elargire un premio al Conservatore, non possa essere valutata dal giudice amministrativo.

L’obiettivo della Fondazione Carrara risulta essere quello di premiare e incentivare il particolare impegno di un dipendente riconoscendone la bontà del lavoro svolto.

Toni concilianti dal museo: “Siamo certi che tutto sia ormai risolto senza strascichi polemici – afferma Gianpietro Bonaldi, responsabile operativo della Carrara – guardiamo avanti, c’è molto lavoro da fare”.

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