Per le scuole superiori il ritorno sui banchi di scuola dopo le festività natalizie è stato posticipato all’11 gennaio. Lo ha deciso nella notte il Governo al termine di un Consiglio dei ministri infuocato, con il Pd deciso a chiedere la riapertura dopo il 15 gennaio e Movimento 5 stelle e Italia viva fermamente contrari a qualunque rinvio.
Il capodelegazione dei dem, Dario Franceschini, si è infatti presentato al vertice ponendo il tema come una “questione politica”, dopo che in giornata Veneto, Marche e Friuli hanno deciso in modo unilaterale di rimandare tutto a fine mese in attesa di capire l’andamento dei contagi. I pentastellati e la ministra Lucia Azzolina, però, sono rimasti fermi sulla data del 7 gennaio. Così come le ministre renziane Bellanova e Bonetti, che hanno definito un “caos inaccettabile” l’eventuale rinvio.
La ministra dei Trasporti Paola De Micheli avrebbe spiegato di aver approntato un modello organizzativo scollegato dalla dimensione prettamente sanitaria, ma le sue parole avrebbero provocato l’ira dei 5 Stelle e in particolare del capo delegazione Alfonso Bonafede, animando il dibattito in un Cdm di fuoco.
Poi la mediazione, ottenuta dopo ore di riunione dal premier Conte: l’11 gennaio rientrano le superiori con il 50% di presenza, mentre elementarie medie riaprono il 7 gennaio. Ma le Regioni vanno in ordine sparso: Veneto, Fiuli Venezia-Giulia e Marche restano chiuse addirittura fino al 31 gennaio. Nelle prossime ore sarà tentata una mediazione.
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