Vince e convince l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, che sembra aver riacquistato lo smalto di un tempo, quello delle incredibili goleade che bella passata stagione l’hanno portata a frantumare i record delle big europee.
Ma è una Dea ben lontana dal progetto iniziale (un sogno, più che altro) di Antonio Percassi, quello di costruire una squadra tutta bergamasca. O almeno, tutta cresciuta nel vivaio di Zingonia. Non solo perché in una rosa di 32 giocatori solo 10 sono italiani (sono Gollini, Sportiello, Carnesecchi, Rossi, Caldara, Depaoli, Ruggeri, Pessina, Piccini e Gyabuaa) e due soli bergamaschi (Caldara e Ruggeri), ma anche perché i maggiori interpreti che in questi ultimi anni gasperiniani stanno trascinando l’Atalanta nell’olimpo del calcio mondiale non sono nati nel Belpaese.
A confermare questa tesi è stato il gol di Duvan Zapata arrivato al minuto 11 di Atalanta-Sassuolo: è stato il 200° gol consecutivo dei nerazzurri non segnato da giocatori italiani.
Poi, come se fosse uno strano scherzo del destino, è arrivata la rete di Matteo Pessina, che ha rotto il tabù: l’ultimo italiano che aveva segnato prima di lui è stato Gianluca Mancini in Frosinone-Atalanta 0-5 del 20 gennaio 2019. Due assi esatti prima.
I gol segnati dagli stranieri in maglia atalantina in questo lasso di tempo (in campionato, Champions League e Coppa Italia) sono stati, nel dettaglio: 41 di Zapata, 30 di Ilicic, 28 di Muriel, 18 di Pasalic, 17 di Gomez, 16 di Gosens, 10 di Malinovskyi, 6 di Castagne, 6 di Hateboer, 5 di de Roon, 5 di Freuler, 4 di Toloi, 2 di Lammers, 2 di Miranchuk, 2 di Djimsiti, 2 di Palomino, 1 di Diallo, 1 di Barrow, 1 di Romero più 3 autogol (Bourabia, Donati, Wallace).
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