Un anno fa, di questi tempi, i bergamaschi celebravano come sempre le festività natalizie. Cene in famiglia, uscite tra amici, sciate in montagna. Frammenti di normalità che a distanza di dodici mesi sembrano lontani anni luce.
Il film del 2020 realizzato con i filmati pubblicati sui nostri canali social, parte da lì ma ha poi come protagonista quel Covid 19 che all’improvviso è entrato nelle nostre vite. Nel giro di poche ore.
Era il 19 febbraio quando Bergamo si ritrovava sui giornali di tutta Europa grazie all’Atalanta che vinceva 4-1 contro gli spagnoli del Valencia negli ottavi di finale di Champions, mettendo una serie ipoteca sul passaggio del turno. Quasi 50mila tifosi raggiunsero Milano per incitare gli uomini di Gasperini verso l’impresa.
Cori, suoni e sorrisi all’uscita da San Siro, che però solo cinque giorni dopo si infransero contro il primo decesso per Coronavirus della nostra provincia: Franco Orlandi, 83enne di Nembro.
Da quel giorno inizia l’incubo, con lockdown, persone chiuse in casa, interventi di politici. Ma soprattutto morti e contagi. Tanti. Ben più che in altre zone d’Italia e del mondo.
La procura apre anche un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità della massiccia diffusione del virus in Bergamasca e interroga diversi rappresentanti di istituzioni regionali e nazionali.
In estate la situazione sembra, pian piano, tornare alla normalità. L’Atalanta, altro trending topic dell’anno orobico, con un parallelismo con la pandemia che fa mordere le dita ai sostenitori nerazzurri (chissà che tifo ci sarebbe stato in un anno “normale”) sfiora la semifinale di Coppa perdendo solo negli ultimi minuti contro i milionari del Paris Saint German.
Ma in autunno i contagi tornano a salire e vengono stabilite nuove restrizioni di legge.
La luce in fondo al tunnel arriva in coda al 2020 ed è rappresentata dalla somministrazione dei primi vaccini, con la speranza di poter spazzare via presto questo anno funesto.
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