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Restrizioni

Spadafora: “Escludiamo di riaprire gli stadi a gennaio, priorità a scuole, sci e palestre”

Il ministro dello Sport: "Col nuovo anno speriamo di far ripartire lo sci, poi palestre, piscine, centri danza"

“Spero he gli sportivi possano essere testimonial del vaccino: io lo farò appena sarà possibile e invito tutti gli italiani a fare lo stesso”. Così il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha parlato ad Agorà su Rai3 mercoledì 30 dicembre.

Il ministro è stato tranchant sulla riapertura degli stadi a gennaio: “Escludo che a gennaio ci possa essere questa possibilità per gli stadi – ha spiegato -. Per un motivo semplice: ognuno spera di riprendere, noi come governo dobbiamo avere una scala di priorità. Ed e su quelle priorità che dobbiamo concentrarci. Non è un problema di 20mila spettatori su 60mila posti all’Olimpico, perché questi numeri significano controlli, trasporti, gestire una macchina che non è prioritaria rispetto alla scuola o il sistema industriale. Il mio desiderio è di rivedere i tifosi allo stadio, ma non credo che accadrà a gennaio”.

Su sci e palestre il discorso si fa diverso: “Mi auguro che prima del 7 febbraio, quando ci guarderà tutto il mondo con l’inizio dei Mondiali di sci di Cortina, possano riaprire gli impianti e questo potrà essere un segnale importante. Il Cts – ha continuato Spadafora – non ha bocciato le linee guida delle Regioni, ha chiesto delle modifiche. Entro fine gennaio, inoltre, contiamo di riprendere l’attività sportiva e quella sciistica, con le regole del Cts, con cui lavoriamo costantemente. L’obiettivo è fine gennaio per palestre, piscine, centri danza”.

Ma Spadafora rifarebbe tutto quello che ha fatto in questi mesi? “Sulle chiusure abbiamo avuto una posizione responsabile – ha risposto -. Mi hanno amareggiato le difficoltà di intervenire tempestivamente, ci siamo dovuti inventare dal nulla dei meccanismi per aiutare i lavoratori sportivi. Ora ci stiamo occupando di pallavolo, basket e Lega Pro perché nel prossimo decreto avremo ristori ulteriori perché questi settori hanno sentito molto di più l’assenza del pubblico rispetto alla Serie A che ha i diritti televisivi”.

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