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L'intervista

“I cartelli delle vie raccontano la storia: nel mio libro i ricordi di Costa Volpino”

Antonio Martinelli, editore di diversi giornali del territorio orobico, illustra "Via vai", con cui propone un affascinante viaggio nella storia di Costa Volpino

“Questo libro è nato dall’amore che provo per il mio paese: approfondendo gli avvenimenti e i personaggi a cui sono state dedicate le sue vie ho raccolto tante informazioni che non bisogna smarrire”. Così Antonio Martinelli, editore di diversi giornali del territorio orobico, illustra “Via vai”, con cui propone un affascinante viaggio nella storia di Costa Volpino.

I ricordi e gli aneddoti emersi dalle sue ricerche sono numerosi e svelano molti significati interessanti: lo abbiamo intervistato per saperne di più.

antonio martinelli

Com’è nato questo libro?

L’idea di dar vita a questa pubblicazione è nata nel periodo scolastico. Ora ho 68 anni ma quando frequentavo le scuole elementari spesso mi soffermavo a guardare i cartelli con i nomi delle vie e ogni volta suscitavano in me particolare interesse. Frequentavo l’oratorio e, recandomi al catechismo, per esempio, mi imbattevo in via Gerico e l’abbinavo alla città della Cisgiordania presente nella Bibbia, invece non ha niente a che fare con le Sacre Scritture: il nome deriva dalla gèra, cioè la ghiaia. A Costa Volpino ci sono due vie, Gerico e Gere, al fianco del torrente Supine: la denominazione della prima fa riferimento alla ghiaia bagnata mentre la seconda alla ghiaia asciutta.

È un dato molto curioso

Si, mi sono sempre domandato quale fosse il nesso tra Costa Volpino e quella città della Cisgiordania per aver portato a scegliere di intitolare la via a Gerico e invece non c’era alcun legame. Il riferimento era alla ghiaia trasportata dal torrente e, quindi, al territorio di Costa Volpino. E ci sono anche altre vie dalla storia molto interessante.

Ci spieghi

A Costa Volpino ci sono circa 170 vie. Molte ci portano alla prima guerra mondiale, altre sono intitolate a personalità note della storia e della cultura e tre sono dedicate a costavolpinesi: si tratta di don Alessio Amighetti, Giovanni Orfini e il cavalier Contessi, che ha lasciato la sua eredità per costruire la casa di riposo degli anziani del paese. Svolgendo le mie ricerche per approfondire il significato delle vie, poi, ho trovato anche alcuni strafalcioni, non solo con riferimento a Costa Volpino: in alcuni casi non è specificato bene chi sia il personaggio in questione e c’è la tendenza ad abbreviare.

Quali?

C’è via A. Dante, dove è stato abbreviato il cognome anzichè il nome, ma c’è stata anche via Madonna della Mercedes: in questo caso l’addetto comunale ha notato l’errore presente sul cartello recandosi sul posto per verificare lo stato dei lavori. Poi c’è via C. Baglioni, intitolata alla Cascina Baglioni e non a Claudio Baglioni, come molti potrebbero pensare. Analogamente, via M. da Caravaggio da tutti viene intesa come intitolata a Michelangelo Merisi e non alla Madonna di Caravaggio. Tornando alla storia, è densa di significati anche via Renati, una delle vie principali di Costa Volpino.

Ci racconti

Venne percorsa da Federico Barbarossa e San Carlo Borromeo perchè una volta non c’era la strada statale che adesso è collocata a livello del lago: la via Valeriana Bergamasca era questa e passava in via Renati, figura ancora nello stradario ma non è segnalata da nessuna insegna. Altri aneddoti interessanti riguardano, per esempio, piazza Giuseppe Baiguini.

Chi è?

Un sindaco di Volpino. Il paese di Costa Volpino esiste dal 1859 quando con decreto del re è stata chiesta la fusione tra Volpino e Costa Volpino. I rapporti tra queste due realtà erano tesi per la conquista del castello di Volpino che venne abbattuto da Federico Barbarossa nel 1198. Nel tempo le tensioni rimasero e il vescovo di Brescia – perchè Costa Volpino appartiene alla diocesi bresciana – ha inviato sul territorio la confraternita dei miserabili che lavorava la lana nell’acqua, cioè follava la lana, così è nata via Follo che si trova anche a Branzi, Breno, Gussago e decine di altri paesi e nessuno ha mai capito cosa voleva dire. Un’altra curiosità riguarda il nome di via Zocchi.

Da dove deriva?

Tra Volpino e Costa Volpino si trovava una strada e, per unire queste due realtà, il podestà di Lovere, che aveva competenza territoriale sulla Costa, dette la propria concessione ma bisognava mantenere sul luogo i socchi derivanti dall’abbattimento delle piante. Nella trascrizione, poi, socchi è diventato zocchi. Altro nome curioso è quello di via Tuff: qualcuno dice che è riferito al tufo, mentre nel dialetto gaì fa riferimento al rumore dello scoppio.

Per quanto riguarda i personaggi noti a livello sovraccomunale che informazioni ha trovato?

Per loro non racconto la biografia ma il legame con il paese. Via Marconi, per esempio, richiama il fatto che a Costa Volpino c’è stata la prima radio privata, Radio Alfa Centauri, che trasmetteva da un loculo del cimitero di Travatello: l’antenna era stata posta in quel luogo non riuscendo a trovare altra sede. Per Manzoni, invece, il riferimento è al terzo capitolo dei Promessi Sposi, quando Renzo si reca dal famoso avvocato Azzeccagarbugli per salvare il suo matrimonio portando con sè quattro capponi per ringraziare l’illustre giurista. Queste povere bestie, a testa in già, si beccavano l’una con l’altra come capita sovente tra i compagni di sventura, e succede anche tra gli italiani.

E da dove scaturisce il nome della località La Morte?

Qualcuno dice che è dovuto all’affresco di una crocefissione disegnato su una parete di questa via: dalla mia ricerca risulta che deriva dal fatto che in questo luogo venivano portati gli appestati nel 1630. Un’altra spiegazione, però, potrebbe scaturire dall’esclamazione del controllore dei biglietti del pullman che segnalava l’arrivo alla stazione dicendo “La Morte”. E ancora, in questa località si trovava un telefono a manovella: la centralinista chiedeva da dove la persona chiamasse e dall’altra parte la risposta era “Dalla Morte”.

Dunque, con il suo libro propone un viaggio nella storia tramite le vie

Si, come ho scritto nell’incipit del libro, “camminando per le vie di un Paese calpestiamo le orme dei nostri antenati. E, se siamo capaci di stare ad ascoltare lasciamo riemergere le voci di tante storie passate. Conoscere le gesta di chi ha vissuto prima di noi o le storie dei luoghi che danno il nome ad una via può aiutarci a capire. Ed orientarci. Sulla roccia della memoria continuiamo a costruire la nostra identità”.

Per concludere, dove si può trovare il libro?

Nelle edicole e nelle tabaccherie di Costa Volpino.

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