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La decisione

Troppi morti per Covid a Bergamo, il Comune persona offesa nell’inchiesta fotogallery video

La proposta, votata all'unanimità dalla Giunta, è partita dal sindaco Gori: "Vogliamo la verità per i nostri cittadini"

La giunta comunale di Bergamo ha deciso di costituirsi persona offesa nel procedimento penale per epidemia colposa della Procura cittadina.

La proposta, votata all’unanimità, è partita dal sindaco Giorgio Gori: “Crediamo sia un’azione giustificata e necessaria in virtù dell’alto numero di vittime che si sono verificate nel nostro territorio, superiore a quello già elevato a livello nazionale”, le parole del primo cittadino.

Per quanto riguarda i residenti nel Comune di Bergamo, i contagi nella prima ondata sono stati circa 25mila (21mila è la proiezione derivante dai test sierologici promossi a luglio dal Comune di Bergamo, cui va aggiunto il numero delle vittime, i positivi accertati tra la fine di febbraio e la fine di aprile, le persone che sono risultate positive ai test sierologici disposti dall’ATS e quelle che sono risultate positive a test sierologici cui sono sottoposte privatamente).

Il numero delle vittime, stante l’indisponibilità di dati ufficiali oltre la data del 16 aprile (allorché i deceduti a causa del Covid residenti in città risultavano 297) deriva dai valori di sovramortalità (ovvero dal numero di decessi che eccedono la media degli anni precedenti nei mesi di marzo e aprile: questo numero è di 677 unità, almeno doppio rispetto ai valori ufficiali); ne deriva un indice di letalità prossimo a 2,71 decessi ogni 100 contagiati, nettamente superiore a quello della media italiana riportata in uno studio dell’Imperial College di Londra (2,23) e ben 2,3 volte più elevato del tasso indicato nel medesimo studio come “tipico” per paesi ricchi con un’alta presenza di individui anziani (1,15 decessi ogni 100 contagiati).

“La nostra comunità – ha aggiunto Gori – , duramente colpita dalla pandemia, vuole conoscere le ragioni di quello che è successo. Per questo il Comune sarà persona offesa durante la fase delle indagini preliminari ed eventualmente parte civile nel procedimento penale che ne potrebbe scaturire”.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e da quattro magistrati (i pm Fabrizio Gaverini, Paolo Mandurino e Silvia Marchina), deve fare luce su possibili negligenze durante la pandemia in Bergamasca, costata la vita a circa seimila persone.

L’indagine si ramifica in tre filoni e le ipotesi di reato sono omicidio colposo ed epidemia colposa. Il primo capitolo riguarda la mancata zona rossa in Val Seriana, il secondo le Rsa e i tanti anziani deceduti, il terzo l’ospedale di Alzano e la riapertura dopo tre ore dalla chiusura in seguito alla scoperta dei primi due positivi, lo scorso 23 febbraio.

“Voglio precisare che dietro questa decisione non c’è un pregiudizio politico e non intendiamo puntare il dito contro qualche istituzione, questo spetta a procura e tribunali. Vogliamo solo dire ai cittadini che intendiamo garantire loro l’accertamento dei fatti e della verità, anche per ottenere possibili risarcimenti”.

A rappresentare il Comune di Bergamo sarà l’avvocato Mauro Angarano.

Anche i sindaci di Nembro e Alzano starebbero valutando un’azione simile.

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