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Appunti & virgole

Atalanta, è una frenata amara: cambi e stanchezza non aiutano

Miranchuk non accende mai la partita e alla lunga pesano le fatiche con Juve e Roma. Si riprende il 3 gennaio

Una Atalanta a due facce: bella e irresistibile, scherza con l’avversario e in due minuti lo mette in ginocchio. Non ko, però. Perché nel secondo tempo la Dea non si ritrova, come se stesse guidando con una ruota forata: pasticcia in avanti, regala il primo gol e assiste impotente al secondo.

Sorride solo Mihajlovic, che fa tesoro del vecchio detto del suo maestro Boskov, “partite finiscono quando arbitro fischia”, mentre Gasperini mastica amaro.

Intendiamoci: non è l’impegno o la voglia di vincere che sono mancate nella seconda parte, quella dove l’Atalanta delle grandi rimonte è stata a sua volta rimontata. È mancata la qualità delle giocate di due fuoriclasse che si chiamano Ilicic e Muriel, sostituiti troppo presto: Lucho aveva fatto doppietta come a Crotone, dove i nerazzurri avevano subìto una reazione ma non fino al punto di essere raggiunti.

A Bologna è il terzo pareggio consecutivo fuori casa, ben diverso da quello di Spezia, un faticoso zero a zero con la testa a Liverpool e contro una squadra tosta. E all’Allianz Stadium, un bel pari, più Atalanta che Juve.

A Bologna l’Atalanta è stata anche un po’ vittima di se stessa. Padrona del campo, nei primi 45 minuti, ha avuto l’unico difetto di specchiarsi un po’ e non fare ancora di più, lasciando ai rossoblù la speranza di potersi rimettere in gioco. Come è accaduto.

Ci ha messo del suo anche il Gasp, che dopo l’intervallo ha tolto subito Ilicic e dopo 20′ anche Muriel. Più che Zapata, che si è trovato senza rifornimenti, ha deluso Miranchuk, che non è mai stato capace di accendere la partita.

Senza l’obbligo di dover diventare un Professore come Ilicic, perché ognuno ha le sue caratteristiche, chiaro che ci si aspetta di più dal trequartista russo, troppo timido a Bologna e quasi inesistente sia negli assist che nelle conclusioni personali. Forse anche troppo distante dall’area, si è riavvicinato negli ultimi minuti quando è entrato Malinovskyi ma si era già sul 2-2 e la squadra aveva meno forze e idee e anche il rischio di subire una beffa in contropiede.

E se i cambi con la Roma sono stati decisivi, purtroppo stavolta lo sono stati al contrario.

Certo Gasp non immaginava che la squadra subisse una trasformazione in negativo, perché anche con la Roma non avevano vinto solo i fuoriclasse. Non è nemmeno strano che oltre a una minor qualità nel secondo tempo sia subentrata un po’ di stanchezza, dopo due partite molto tirate e ben giocate (e la seconda vinta largamente) contro due grandi come Juventus e Roma.

Perciò l’Atalanta ha creduto di poter amministrare il vantaggio, ma si sa com’è la legge del Gasp: devi andare sempre a mille all’ora e appena togli il piede dall’acceleratore rischi di compromettere tutto. È una specie di condanna, ma l’Atalanta di Gasperini è questa e con queste caratteristiche ci ha regalato tante emozioni forti. Però appena gioca sottoritmo o non affonda i colpi si mette nei guai. O, come è successo a Bologna, deve lasciare per strada due punti.

È un campionato strano e solo Milan e Inter stanno volando (e nelle ultime due partite due vittorie anche solo per il Benevento di Pippo Inzaghi, complimenti). A gennaio sapremo l’effettivo valore delle squadre, ma per l’Atalanta resta “un 2020 meraviglioso (sportivamente parlando)”, parola di Gasp.

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