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La lettera

Benemerenze, i farmacisti a Gori: “Noi dimenticati, un ripensamento le farebbe onore”

"Ci felicitiamo per le categorie premiate, ma dobbiamo rammaricarci per tutti i sanitari e non sanitari che nel periodo Covid hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo"

“Gentilissimo signor Sindaco, abbiamo letto con profondo senso di frustrazione la notizia relativa all’onorificenza riconosciuta dalla Città di Bergamo al personale medico, agli infermieri, al personale
ausiliario delle strutture sanitarie e sociosanitarie e ai volontari della città di Bergamo per l’impegno svolto nella gestione del COVID. Ci felicitiamo per le categorie premiate, ma dobbiamo rammaricarci per tutti i soggetti dimenticati, sanitari e non sanitari, che nel periodo Covid hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo per dare tutto quello che potevano e forse ancor di più”.

Comincia così la lettera che Ernesto De Amici e Giovanni Petrosillo, rispettivamente presidenti dell’Ordine dei Farmacisti e Federfarma Bergamo, indirizzano al sindaco Giorgio Gori.

“Tra i presidi sanitari ignorati ci sono sicuramente le farmacie della Sua città, titolari, collaboratori farmacisti e tutti i dipendenti non laureati, che hanno fatto cose meravigliose, rischiando la propria salute e quella dei propri familiari, andando oltre gli orari di apertura, facendo solidarietà tra loro per recuperare i farmaci e dispositivi mancanti, dando assistenza ai cittadini smarriti anche nelle notti buie con le insegne accese, quando il silenzio era lacerato solo dalle sirene delle ambulanze, facendo miracoli con la collaborazione dei Carabinieri per gestire la fornitura e il ritiro delle bombole di ossigeno, arrivando a piangere insieme ai familiari dei pazienti quando bisognava scegliere a chi dare quell’unica bombola di ossigeno disponibile – riportano nella lettera -. I farmacisti erano tra i cittadini premiati lo scorso 3 giugno dal Presidente Mattarella e sono stati accolti dal Presidente della Repubblica in delegazione lo scorso 20 ottobre, come segno di riconoscimento per il ruolo svolto nella pandemia. Forse, quest’anno, nella selezione dei soggetti da onorare era veramente difficile non incappare in scelte critiche sul piano della sensibilità. Lo capiamo – concludono – ma se ci sono spazi, un ripensamento Le farebbe onore”.

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