Intesa Sanpaolo offre una soluzione finanziaria per sostenere il settore vitivinicolo, che sta risentendo pesantemente degli effetti della pandemia di Covid-19.
Dal punto di vista normativo la strada è stata aperta dal Decreto Cura Italia.
Con il progetto, di respiro nazionale, le scorte di vino in cantina diventano garanzia: il “pegno rotativo” consente di effettuare una loro valutazione e di convertirle in garanzie utili per ottenere nuove linee di credito. Il progetto si avvale della collaborazione di Federdoc, la confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, e di Valoritalia che certificherà la presenza in cantina e la qualità del vino. Sono interessate le aziende produttrici delle Doc e Docg, Barolo, Barbaresco, Franciacorta, Amarone di Valpolicella, Brunello di Montalcino, Bolgheri, Chianti Classico e Nobile di Montepulciano, ma l’attenzione è rivolta a tutte le circa 400 Doc e Docg che vorranno collaborare con la Banca.
Secondo la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nel 1986 sono stati 77 milioni gli ettolitri prodotti per un valore di 1,3 miliardi di euro, mentre oggi sono quasi 50 milioni, il 35% in meno, ma il valore è salito a 4,3 miliardi di euro, più del triplo. Il 2020 è partito bene, ma già a marzo c’è stato un crollo del mercato interno che ha toccato il minimo in aprile (-40,3% rispetto ad aprile 2019 per l’aggregato più ampio delle bevande).
Le esportazioni di vino hanno tenuto fino a marzo, ma da aprile sono scivolate anch’esse in territorio negativo chiudendo il semestre a -3,4%. Le imprese più penalizzate sono quelle legate al canale Ho.re.ca. per le limitazioni imposte per mantenere il distanziamento sociale e il blocco degli spostamenti di piacere, turistici e di business.
commenta