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Il caso nel 2011

Calcioscommesse, reato prescritto per il bergamasco Signori: “Non ho mai truccato partite”

L'ex bomber di Alzano: "Vorrei che i miei cinque figli mi vedessero come un padre di cui hanno stima"

Reato prescritto per il bergamasco Beppe Signori nel procedimento del calcioscommesse. Cade così l’accusa di essere tra i promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, che nel giugno 2011 finì al centro dell’operazione ‘Last Bet’, coordinata dalla Procura di Cremona, esplodendo come una bomba che coinvolse anche l’Atalanta e Cristiano Doni.

“Mi piaceva scommettere, ma l’ho sempre fatto in modo leale e non ho mai truccato una partita: mi hanno rovinato la vita solo perché il mio nome garantiva interesse mediatico”, ha spiegato l’ex attaccante nato ad Alzano Lombardo, presente in aula quando lo stesso tribunale di Cremona ha dichiarato il reato prescritto, chiudendo definitivamente il procedimento.

Un calvario durato nove anni, difficile da gestire per l’ex giocatore, tra le altre, di Lazio e Bologna: “Sono stati anni di inferno – ha ammesso Signori –. Anni in cui la mia vita é cambiata in tutto.

Non mi è stata più data la possibilità di lavorare, ma a prescindere da questo ciò che ho dovuto affrontare è stata tutta una conseguenza di quel fatto: stress e situazioni di disagio in tutto e per tutto.

Oggi la vedo in maniera diversa perché sono passati nove anni, ma vorrei che i miei cinque figli mi vedessero come un padre di cui hanno stima e non come uno che andava a comprare le partite”.

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