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Andamento dei contagi e regole

Zona gialla a Bergamo: tutto quello che c’è da sapere

Meno limitazioni, ma proprio per questo l'invito alla prudenza resta alto nonostante il calo dei contagi: nell'ultima settimana -36%

A Bergamo e in Lombardia è scattato il conto alla rovescia. Venerdì sera il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza che sancisce il passaggio dalla zona arancione alla zona gialla, effettiva da domenica 13 dicembre.

Si tratta della fascia cromatica che prevede regole più 'soft' e dunque meno limitazioni rispetto alle altre, ma che proprio per questo implica maggiori responsabilità. C'è chi la definisce un regalo di Santa Lucia, ma per utilizzare le parole del sindaco di Bergamo Giorgio Gori "non si tratta di un traguardo né di una condizione acquisita". Un eventuale rialzo dei contagi favorirebbe il ritorno alla zona arancione o rossa, a seconda della gravità della situazione.

L'andamento dei contagi

"La curva pandemica è in discesa e i casi giornalieri continuano a calare" spiegano da Ats Bergamo, invitando tuttavia a tenere alta la guardia. Sui 243 Comuni della provincia, 89 non sono stati interessati da casi di positività al virus nell'ultima settimana. "L'Rt è consolidato sotto l'1 - precisano gli esperti dell'Agenzia di Tutela della Salute -. L'attività di ricovero sta andando bene", ma "restano alcuni problemi nella Bassa e nell'Alto Sebino, da un paio di settimane risalito nell'area più critica". I paesi tenuti maggiormente sotto osservazione sono Solto Collina (dove il sindaco ha sospeso le messe e dato il via ad una campagna di screening sui cittadini) e Torre Pallavicina. Sono invece "in fase di risoluzione" i focolai di Villa d'Adda e Fara Gera d'Adda.

Nell'ultima settimana il totale dei nuovi casi in Bergamasca è calato del 36%. I positivi registrati nelle ultime ventiquattro ore sono 130, mentre la media giornaliera dei contagi dell'ultima settimana è stata di 105 (la scorsa settimana 148, due settimane fa 180, tre settimane fa 234). Le terapie intensive a Bergamo sono 54 (settimana scorsa 56, due settimane fa 81 e tre settimane fa 83) mentre i ricoveri ordinari per Covid sono 507 (la scorsa settimana 629, due settimane fa 766, tre settimane fa 794).

Le regole da seguire

Numeri in calo che - a Bergamo come in Lombardia - hanno favorito il declassamento in zona gialla. Ma che cosa comporta, nel concreto, questo passaggio? Tra le novità più attese c'è senz'altro la ripresa degli spostamenti al di fuori dei confini comunali, consentiti dalle 5 alle 22 senza bisogno di autocertificazione. Dopodiché scatta il coprifuoco e ogni movimento va comunque motivato: per comprovate esigenze lavorative, di necessità o di salute. Il rischio, altrimenti, è quello di incappare in sanzioni salate.

Anche gli spostamenti tra regioni sono consentiti, purché siano aree gialle. Diversamente, per spostarsi in una regione in zona arancione o rossa occorrono ragioni specifiche (lavoro, salute, necessità e urgenza) e il modulo di autocertificazione.

È ovviamente consentito il rientro a domicilio, abitazione e residenza. E si potrà raggiungere anche la seconda casa: in montagna o al lago non importa, a patto che si trovi in un'area gialla. Il Dpcm, infine, non prevede un divieto specifico sul ricevere a casa persone diverse dai conviventi, ma la raccomandazione è quella di evitare salvo che per le solite esigenze: lavorative, necessità, urgenza.

Le mascherine vanno obbligatoriamente indossate sia all'aperto che al chiuso in luoghi diversi dalla propria abitazione. Non è obbligatorio per chi effettua attività sportiva, se si sta mangiando o bevendo nei luoghi e negli orari in cui è previsto, quando si è da soli o con i propri conviventi.

Bar, ristoranti, scuole

Novità importanti anche per quanto riguarda i circa 2.600 bar e 1.400 ristoranti della provincia. Molti di loro rialzeranno le saracinesche, ma solo fino alle 18. Fino alle 22 è invece consentito l'asporto, mentre la consegna a domicilio non è soggetta a limiti orari.

Se per alcuni la zona gialla coincide con una grossa boccata d'ossigeno (pensiamo ai bar diurni) per altri non si può dire lo stesso (ristoranti, soprattutto di fascia alta, e locali serali e notturni). Ecco perché, anche in provincia di Bergamo, un locale su tre alla fine potrebbe non riaprire. "Personalmente voglio essere ottimista, poiché confido nella laboriosità, nella costanza e nella voglia di non cedere dei nostri imprenditori - commenta Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo -. Basta vedere come si sono organizzati in pochi giorni per l'asporto e il delivery, garantendo un servizio a cittadini e lavoratori." E senza nemmeno fare troppi calcoli economici "perché l'incidenza sul reddito dell'impresa del delivery - fa presente - rimane bassissimo, attorno al 15-20%".

Molti locali proveranno a non chiudere anche per la reale mancanza di un'alternativa lavorativa. "Terranno luci accese e porte aperte nonostante in perdita - provvisoriamente, si augura Rossi - almeno fino a quando sarà possibile e con la speranza che in primavera si possa tornare a respirare un po' di normalità".

Per quanto riguarda le scuole, quelle superiori proseguono la didattica a distanza sino alle vacanze natalizie. Dal 7 gennaio, invece, tornerà sui banchi una corposa parte di questi studenti, il 75%: in Bergamasca fanno all'incirca 35 mila. Giusto il tempo per riorganizzare le lezioni e il delicatissimo capitolo riguardante i trasporti.

La scheda

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