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Da zingonia

Ilicic salta la sua ex Fiorentina, Gasp: “Partita tosta, dobbiamo migliorare”

La buona notizia della vigilia è che tutti i tamponi tra i nerazzurri sono negativi

L’Atalanta che aspetta la Fiorentina sarà molto probabilmente la stessa che ha vinto ad Amsterdam. E non tanto o non solo perché squadra che vince non si cambia, ma perché le cosiddette alternative non sono prontissime a subentrare. E perciò dieci su undici dovrebbero essere gli stessi che hanno battuto l’Ajax, a parte forse Gosens che non può sollecitare troppo il ginocchio ed è in ballottaggio con Mojica. La situazione, come spiega Gasperini alla vigilia della partita a Zingonia, è questa: “Gli infortunati? Pasalic è rientrato ma non sta bene, Miranchuk dovrebbe essere disponibile da lunedì, Ilicic ha mal di gola e un po’ di febbre e non c’è, Caldara fra 15-20 giorni dovrebbe aggregarsi, Ruggeri ha un affaticamento e difficilmente sarà disponibile. Malinovskyi? L’altra sera poteva entrare, poi la partita ha preso un certo verso ed è andata bene così”.

La buona notizia della vigilia è che tutti i tamponi tra i nerazzurri sono negativi.

Quattro partite tra scudetto e salvezza, prima di chiudere il mese di dicembre: sarà un altro tour de force? “La Champions ci ha preso tantissime energie, nel campionato è una storia più lunga e anche qui abbiamo sempre cercato di fare il meglio. Adesso testa al campionato”.

Dopo la Champions come vi presentate alla ripresa del campionato? “Intanto la Fiorentina è un’ottima squadra di assoluto valore, con Milan hanno giocato un bel primo tempo, sicuramente sarà una partita impegnativa e ci prepariamo… E quanto alla Champions, ogni partita ti dà esperienza e conoscenza, direi molto diversa Amsterdam da Liverpool, avevamo stavolta due risultati su tre e abbiamo fatto ottime cose in certe situazioni. Però sul piano tecnico possiamo e dobbiamo fare meglio: se avesse fatto gol Klaassen oggi sarebbe un’altra storia”.

I numeri dicono che segnate meno ma prendete meno gol… “Se siamo più coperti? Bisogna cercare di leggere i momenti, 5 punti nelle ultime 6 partite sono una media da retrocessione, abbiamo avuto difficoltà realizzative. Se stiamo già pensando al mercato? In questi giorni col presidente non abbiamo parlato di questo, vediamo… Ma ho un gruppo che devo valorizzare al meglio, adesso un obiettivo non c’è, anche se il presidente dice 40 punti” e sorride. E aggiunge: “Essere poi inserito fra i tre migliori allenatori d’Europa è un riconoscimento fantastico ma va a tutta la storia dell’Atalanta che ormai ha una risonanza italiana ma anche mondiale. E piace molto”.

Vedremo quindi anche domani la miglior Atalanta? “Io cerco sempre di proporre l’Atalanta migliore… E non sto pensando alla Juve, ma a domani. A chi si chiedeva perché non giocava Pessina, ricordo che è rimasto fuori prima perché era infortunato. Per lui e Romero parlano le prestazioni, Sutalo ancora non mi sta dando queste risposte. Ma finora hanno giocato tutti”.

Quale avversario vorrebbe nel sorteggio di lunedì in Champions? “Il Real Madrid? Però non si gioca al Bernabeu… Sono sei squadre testa di serie, il Bayern magari anche no, sono i più forti, il City l’abbiamo già incontrato e sono già andati dal dentista e…no, stavolta non mi esprimo. Speriamo che a febbraio ci sia gente, questa è la cosa più triste. Se sono oggi più rilassato? Da due mesi sapevamo che Amsterdam era il traguardo e c’era già comunque anche l’Europa League, per cui io ero abbastanza sereno di essere ancora in Europa. Due anni fa eravamo a Reggio Emilia con tantissimi tifosi e credo che per l’Atalanta sia fondamentale andare in Europa per la crescita di tutti, della squadra, dell’ambiente, della società. Si cerca sempre di alzare l’asticella, se la tiro solo io poi si spezza, perciò dobbiamo tirarla tutti…Poi è normale che ci siano aspettative, tra l’altro giocando senza pubblico si parla molto e girano certi vocali whatsapp che per fortuna ascolto poco. Comunque per me alzare l’asticella al di là dei risultati significa migliorare la tecnica, la condizione fisica, atletica”.

L’effetto Muriel ad Amsterdam? “Muriel ha fatto 18 gol di cui 13-14 partendo dalla panchina. Ci sono giocatori che hanno questa immediatezza e incisività… Devo dire che lui è sempre stato molto sereno, nei primi anni è stato così anche Ilicic, adesso con i 5 cambi sembra una provocazione se uno gioca non da titolare, però davvero Muriel è straordinario e ci ha dato risultati straordinari. E’ vero, il gol segnato all’Ajax è un gol alla Paolo Rossi”.

E Gasp chiude così ricorda Pablito: “E’ una parte della nostra gioventù che se ne va. L’avevo conosciuto in occasione di un torneo a Firenze, aveva 12 anni: la Juve l’ha visto e il giorno dopo l’ha preso, per me era la prima volta che mettevo piede a Coverciano. Non gli ho fatto assist perché lui nella Primavera della Juve era un paio d’anni più avanti, aveva velocità, tecnica, senso del gol, tutto per diventare il campione che è stato”.

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